STEFANIA CELENZA: “Essere italiano ti salverà”. Ascolta l’articolo con la voce di PAOLA RAMELLA

Ascolta l’articolo con la voce di Paola Ramella

La Presidenza del nostro Consiglio dei Ministri ha comunicato che lo scorso martedì 23 aprile, con un volo C130 dell’Aeronautica Militare, atterrato a Ciampino alle 18.30, è stato trasferito, dal Bristol Royal Hospital for Children, nel Regno Unito, all’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma “un neonato di cittadinanza italiana, nato pochi giorni fa nel Regno Unito e affetto da una gravissima malformazione cardiaca”.
Questo immediato trasferimento ha evitato che la situazione potesse complicarsi, come è accaduto in un evento simile assai recentemente. Ricordiamo benissimo che, nel passato mese di novembre, il governo italiano aveva invano cercato di far trasferire in Italia, anche conferendole la cittadinanza, Indi Gregory, la bambina inglese, di otto mesi, affetta da una gravissima patologia mitocondriale, purtroppo morta dopo che le erano stati staccati i supporti vitali, al termine di una battaglia legale fra la famiglia e le autorità britanniche, senza che sia mai riuscita ad arrivare in Italia.
In questo caso, invece, si afferma in un comunicato ufficiale, il trasferimento “ha richiesto un’articolata organizzazione, che ha visto coinvolti la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con gli Uffici del Sottosegretario di Stato, del Consigliere Diplomatico e del Servizio Voli, il Ministero della Difesa con l’Aeronautica Militare, il Ministero della Salute, l’ASL di Roma 1 e l’Ospedale Bambin Gesù. Il tutto con il coordinamento del Ministero degli Esteri, dell’Ambasciata d’Italia a Londra e del Consolato Generale d’Italia a Londra“.
Un ragguardavole dispiegamento di forze, dunque.
Il trasferimento del piccolo paziente, in questo caso, è stato possibile grazie alla, non solo già espressa con Indi, disponibilità dell’ospedale Bambino Gesù, ma anche grazie all’efficace mobilitazione di una rete diplomatica che ha prevenuto l’incagliarsi della vicenda nelle aule giudiziarie.
Infatti, afferma, in una nota, la Presidenza del Consiglio “La collaborazione con le autorità sanitarie del Regno Unito, e in particolare con il Bristol Royal Hospital for Children, è stata piena e proficua. L’elevata professionalità dei medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, insieme con l’efficienza di tutte le amministrazioni coinvolte, ha consentito la riuscita di un trasferimento complesso e delicato, tra i primi nel suo genere per pazienti così piccoli e così gravemente malati. La Presidenza ringrazia tutti coloro che si sono prodigati per renderlo possibile“.
Al momento, il neonato si trova ricoverato, in urgenza, presso l’Unità operativa di cardiochirurgia ed è stato prontamente valutato un primo delicato intervento chirurgico, per cercare di risolvere la malformazione congenita.
Il padre del neonato, originario di Treviso, che, da anni, si era trasferito in Gran Bretagna, per motivi di lavoro, ha espresso la sua gratitudine per questo tempestivo ed efficiente intervento «Il nostro cuore trabocca di gioia» ha detto, in una intervista.
«Uno speciale ringraziamento – ha aggiunto il padre del piccolo – va ai primari prof. Galletti e prof. Di Chiara e allo staff dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che hanno deciso di prendersi a cuore il nostro bambino e che ora lo seguiranno nel percorso chirurgico e di cura. Un grande grazie anche al consigliere diplomatico aggiunto Alessandro Cattaneo, all’ambasciata italiana e al Console italiano a Londra Domenico Bellantone per il supporto discreto e continuo prestato. Ringraziamo anche lo staff medico dell’ospedale britannico per aver seguito nostro figlio e per aver autorizzato il trasferimento senza frapporre ostacoli“.
Il “Bambino Gesù” fa sapere che il piccolo paziente è stato subito accolto dal personale sanitario che lo aspettava in aereoporto e che lo ha trasportato in ambulanza, giungendo al pronto soccorso dell’ospedale, intorno alle ore 19.30. E’ stato ricoverato in urgenza presso l’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione cardiochirurgica. Qui, sotto il coordinamento dell’Area clinica delle Scienze Fetali Neonatali e Cardiologiche, svolti gli approfondimenti diagnostici necessari, è stato valutato di eseguire un primo intervento combinato di cardiologia interventistica e cardiochirurgia, per aumentare le chance di sopravvivenza del bambino e migliorare la sua qualità della vita.
La Presidenza del Consiglio ha voluto espressamente riconoscere che l’ospedale «si è reso disponibile a prestare le cure necessarie, secondo la volontà della famiglia».
Le cose, stavolta, sono andate diversamente. Per fortuna.
I fatti sono semplici, chiari e significativi.
L’Aeronautica Militare Italiana ha trasportato un neonato, con una gravissima patologia, dal Regno Unito, a Roma. Qui, il neonato è stato sottoposto ad un primo intervento chirurgico e sarà curato dallo staff medico dell’ospedale Bambino Gesù.
Dopo quello della piccola Indi Gregory, dunque, un altro caso delicatissimo, di vita o di morte, arriva dal Regno Unito, ma questa volta, connotato da un forte grado di speranza.
Forse, nel caso di questo piccolo, la differenza fondamentale è costituita dal fatto che il bambino è figlio di un cittadino italiano e lui stesso è nato come cittadino italiano.
Forse essere italiano lo ha già salvato e lo salverà.
Questa vicenda rappresenta, comunque, un esempio di come la collaborazione tra istituzioni sanitarie, diplomatiche e familiari possa fare la differenza nella vita, in generale ed in quella di un bambino, in modo speciale.
La storia di questo piccolo italiano è un messaggio di speranza e un segno di vittoria della vita, sopra ogni tipo di ostacolo.
Questa storia insegna che quando si sceglie la vita non si sbaglia mai.

Firenze, 25.04.2024
Stefania Celenza

4 commenti su “STEFANIA CELENZA: “Essere italiano ti salverà”. Ascolta l’articolo con la voce di PAOLA RAMELLA

    1. La vita è sempre la risposta giusta a qualsiasi dubbio. Ad un amico che mi diceva la solita frase “beh se capitasse a me un bimbo menomato non so proprio che farei”, gli ho risposto semplicemente “la vita è vita, punto. Non spetta a noi domandarci cosa fare”.

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