STEFANIA CELENZA: “Inno a Satana. Dopo la Marsigliese, adesso la Francia dedica il nuovo Inno Nazionale a Satana. Ascolta l’articolo con la voce di Paola Ramella”

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Con una maggioranza schiacciante, il Parlamento francese ha approvato la riforma costituzionale che inserisce l’aborto nella Costituzione, come diritto prioritario, assoluto, non negoziabile delle donne: 780 voti a favore, 72 contro.
La Francia diventa così il primo Paese al mondo ad iscrivere esplicitamente il diritto all’Interruzione volontaria di gravidanza nella propria Carta Costituzionale.
Il presidente Emmanuel Macron ha parlato di Fierezza Francese, per avere dato questo eccellente messaggio universale, al mondo intero.
Invece a me, personalmente, la notizia ha portato immediatamente alla memoria il nostro Giosuè Carducci peggiore. Il Carducci dell’Inno a Satana.
L’Inno a Satana è una opera giovanile di Carducci, che, nei suoi primi testi poetici, manifestò toni di violenta invettiva e di accesa polemica contro quello che definiva oscurantismo religioso. Nell’Inno a Satana, i toni sono apertamente provocatori e blasfemi, perché intendevano scandalizzare i borghesi e la loro mentalità, da Cardicci considerata chiusa, ipocrita, immobilista e moralista. Infatti, egli contrappone alle false credenze religiose, che rendono gli uomini molli e inerti, la luce della ragione, la gioia di vivere, il progresso, rappresentato appunto dalla figura di Satana.
Ciò che i reazionari ed il Cristianesimo, per primo, bollavano come opera di Satana, appaiono, invece, per Carducci, come aspetti più che positivi della vita: Satana rappresenta la materialità (contrapposta allo “spirito”), il piacere concreto e terreno, l’ebbrezza vitale, lo spirito della modernità, che ormai tutto pervade (già al suo tempo) ed esalta l’intelligenza umana e la potenza creatrice della ragione. Di questa modernità, della sua velocità, della sua portata rivoluzionaria e della forza della materia, l’Inno a Satana cosituisce l’emblema provocatorio, rivelatore dello spirito carducciano giovanile, laico, anticlericale, cultore della scienza e del progresso. Tutti questi valori, tipicamente illuministici, sono incarnati nella figura di Satana, simbolo di una nuova religiosità razionalistica e immanente.
l’Inno a Satana è dunque un elogio della scienza, del progresso e della modernizzazione. E’ un’arma retorica a favore della ragione, della civiltà moderna, destinata a demolire l’antica civiltà delle disuguaglianze e della superstizione.
Com’è strano il concetto di “progresso”, in Carducci, ma anche in Macron.
Secondo la metafora carducciana, il progresso nasce un nuovo bisogno collettivo, di tutti i cittadini ed è il segno di un inevitabile avanzamento sociale.
Anche secondo l’indirizzo politico macroniano, il progresso nasce un nuovo bisogno collettivo (nella fattispecie di tutte le donne) ed anche secondo lui è il simbolo di un inevitabile avanzamento sociale.
Come visto, la visione carducciana di Satana costituisce l’emblema del progresso.
Analogamente, compiendo un semplice accostamento sillogistico, fra i due personaggi esaminati, ne discende che l’elevazione dell’aborto, come diritto costituzionale, rappresenta, per la Francia di Macron, un Inno a Satana.
Consapevole di ciò o meno, il parlamento francese, eccezionalmente (e significativamente) riunito in congresso nella reggia del Re Sole, a Versailles, con grande fasto istituzionale e mediatico, ha finalmente riscattato “un debito morale” nei confronti di tutte le donne.
La Francia, con ciò, si è autoproclamata “pioniera, fedele alla sua eredità di Paese faro dell’umanità” e “patria dei diritti dell’uomo e anche e soprattutto dei diritti della donna“.
Un applauso lunghissimo è risuonato nella Salone dell’Aile du Midi del castello di Luigi XIV. Contemporaneamente, sulla place du Trocadéro a Parigi, dove erano riunite migliaia di persone davanti a un maxischermo, collegato in diretta con Versailles, è esplosa la gioia. Di fronte, la Tour Eiffel ha cominciato a scintillare per celebrare l’evento, mentre sulla torre si illuminava la scritta ‘Mon corps, mon choix‘.
Il mio corpo? Dunque l’aborto è una questione che riguarda unicamente il corpo della donna? Il concepimento ed i concepito è un fatto di esclusiva pertinenza del corpo della donna? Ma anche volendo vedere la cosa, solo dal punto di vista femminile, il diritto di abortire può essere visto davvero come progresso? E’ un progresso avere il diritto di autodanneggiarsi, di farsi del male, di mortificarsi, di umiliarsi? E’ un progresso isolarsi, auto emarginarsi, nella risoluzione di un problema, deresponsabilizzando totalmente l’uomo?
Ed inoltre, come può pensarsi progresso una pratica che va contro la procreazione, contro l’istinto di sopravvivenza della specie, contro la prosecuzione della umanità?
Come può essere considerato un embrione umano, come una semplice appendice del corpo della donna?
Don Antonello Lapicca ha replicato, con tutto il suo sdegno, all’evento costituzionale francese “Se, nel grembo, le madri avessero solo un grumo di cellule non vi sarebbe alcuna necessità di esigere il diritto di disfarsene. Nella costituzione francese esiste il diritto di togliersi un dente o un brufolo? Non c’entra la libertà ma la menzogna satanica che illude di poter disporre, come Dio, della vita altrui.”
(da pagina FB di Don Antonello Lapicca del 5 Marzo 2024).
Incuranti di queste e di altre simili obiezioni, il ministro francese per l’uguaglianza di genere, Aurore Bergé, ha espresso la speranza che la misura adottata in Francia ispiri anche altri Paesi dell’Europa.
Non tarderà di certo il Regno Unito, dove è in atto una convinta discussione sulla liceità delle interruzioni di gravidanza, fino al momento della nascita. Il Parlamento di Westminster sta riaprendo il dibattito sulla depenalizzazione assoluta dell’aborto, a seguito di un emendamento della deputata laburista Diana Johnson, per modificare la legge sulla giustizia penale. L’atto propone di rendere legale, per una donna, procurarsi un aborto con mezzi propri, a casa propria, senza doversi rivolgere a un ospedale, nonchè poterlo fare in qualsiasi momento della gravidanza, anche fino alla nascita del bambino.
Non solo, il Direttore generale dell’O.M.S. si è affrettato a dichiarare, senza mezzi termini, “Salutiamo la decisione della Francia di mettere in sicurezza il diritto delle donne di uccidere il proprio figlio”.
Ancora, Don Antonio Lapicca insorge contro tutte codeste aberrazioni “Parole agghiaccianti che plaudono al diritto costituzionale di uccidere la più indifesa tra le persone, scambiando vigliaccamente il corpo delle madri con quello dei figli. Un messaggio storico che annuncia la globalizzazione istituzionalizzata dell’atroce «soluzione finale» per i più piccoli e inermi”.
La situazione è chiara “Tutte le politiche che il potere globalizzato, nelle Nazioni e a livello sovranazionale, sta implementando e attuando mirano a questi obbiettivi stabiliti da persone al servizio di Satana, spesso suoi adepti e fedeli”.
L’Inno a Satana, di carducciana memoria, sta riecheggiando nel pensiero, nella mente e nella coscienza dei contemporanei, senza che venga nemmeno lontanamente prospettata una via alternativa.
Invece, l’alternativa c’è. Si tratta di pensare, di reagire, di dire no.
Si tratta di respingere Satana. Si tratta di tornare a distinguere il bene dal male.
Il male va prima riconosciuto e poi rifiutato. Dunque, per prima cosa, occorre riconoscere il male, anche quando è spacciato per tutela dei diritti, del progresso e della civiltà, anche quando è circondato di lustrini e di stelle filanti.
Come? Basta farsi qualche domanda.
Abortire una creatura che, se nascesse, ti chiamerebbe mamma è davvero una conquista di civiltà?
Donne di tutto il mondo, svegliatevi.

Lastra a Signa, 04.03.2024

STEFANIA CELENZA

3 commenti su “STEFANIA CELENZA: “Inno a Satana. Dopo la Marsigliese, adesso la Francia dedica il nuovo Inno Nazionale a Satana. Ascolta l’articolo con la voce di Paola Ramella”

  1. Credo che il punto focale sia il distinguere il bene dal male, male in primis per se stessi con violenze fisiche e psicologiche. Ma per poterlo fare ci vuole discernimento e razionalizzare quanto viene spacciato per tutela dei diritti, progresso e civiltà. Ma sulla base di quali fondamenta?

  2. Legiferare a favore dell’ aborto , sponsorizzare l’ aborto o addirittura obbligare l’ aborto, significa inequivocabilmente voler affossare il proprio popolo ; non solo quello francese ma per esteso quello occidentale. Quando cammino per strada vedo diverse donne in stato di gravidanza e indovinate un poco? Non sono italiane. Sono straniere, più precisamente islamiche. Alle nostre donne invece viene imposto un lavaggio del cervello finalizzato alla distruzione del dono di essere madri e l’ omicidio del proprio bambino. Che ci vuole a tirare le somme?

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