Cari amici buongiorno e buon fine settimana. Sui pacchetti di sigarette compaiono delle scritte che in modo inequivocabile dissuadono dal fumare:
«Il fumo uccide»
«Il fumo causa il 90% dei casi di cancro ai polmoni»
«Il fumo causa il cancro alla bocca e alla gola»
«Il fumo ostruisce le arterie e provoca infarti e ictus»
«Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta attorno»
«Il fumo crea un’elevata dipendenza, non iniziare»
«Fumare in gravidanza fa male al bambino»
«Proteggi i bambini, non fare loro respirare il tuo fumo»
Sulle sigarette elettroniche a base di liquidi contenenti nicotina da inalare e che vengono pubblicizzate come non cancerogene, si legge questa scritta:
«Prodotto contenente nicotina, sostanza che crea un’elevata dipendenza. Uso sconsigliato ai non fumatori»
«Nocivo se ingerito. Lavare accuratamente le mani dopo averlo maneggiato. Non mangiare, né bere, né fumare durante l’uso. In caso di ingestione accompagnato da malessere contattare immediatamente un Centro antiveleni o un medico».
Le campagne di sensibilizzazione sui danni che provoca il fumo, l’aumento dei prezzi, gli avvertimenti sulle nocività correlate sui pacchetti, le leggi anti-fumo nei luoghi pubblici hanno ridotto il numero dei fumatori negli Stati occidentali, ma il totale complessivo dei fumatori è aumentato per la crescita del consumo di tabacco nel resto del Mondo e i profitti delle compagnie del tabacco continuano a crescere.
Insieme all’industria delle armi, quella del tabacco è una delle più redditizie nel mondo, sfiorando nel 2017 i 764,5 miliardi di dollari in termini di profitto.
L’Italia ha decretato il divieto di pubblicizzare le sigarette con la legge numero 165 del 1962. Nell’Unione europea il «Tobacco advertising ban» è entrato in vigore nel 2005. La dicitura «light» o «sigarette leggere» è stata abolita, perché è attestato che tutte le sigarette fanno male.
In Italia il mercato del fumo vale circa 20 miliardi l’anno. È una filiera che dà lavoro a oltre 25 mila addetti nelle fasi di coltivazione e trasformazione primaria. Da questo settore lo Stato incassa, tra accise e Iva, circa 14 miliardi di euro all’anno. Ma ne spende circa la metà per i costi sostenuti dalla sanità pubblica per curare le patologie correlate al tabacco.
In Italia i fumatori sono circa 10 milioni, ossia il 19% della popolazione. La media delle sigarette fumate da ogni consumatore in Italia è di circa 13 sigarette al giorno. Il maggior consumo avviene tra una popolazione relativamente giovane tra i 25 e i 44 anni.
Nel mondo si bruciano 20,3 miliardi di sigarette al giorno. Un uomo su tre e una donna su 5 nel mondo fuma in media 20 sigarette al giorno.
Attualmente nel mondo ci sono 1,1 miliardi di fumatori e di questi uno su tre (340 milioni) vive in Cina. I due terzi dei fumatori del Mondo sono in 10 Paesi: Cina, India, Indonesia, Stati Uniti, Russia, Bangladesh, Giappone, Turchia, Vietnam e Filippine.
Nel 2019 il fumo, a livello mondiale, ha provocato 8 milioni di morti, di cui 1,7 milioni per ischemia cardiaca, 1,6 milioni per malattia polmonare cronico-ostruttiva, 1,3 milioni per tumori alla trachea, ai bronchi, ai polmoni e 1 milione per ictus, gli altri per altre cause.
Le spese sanitarie a livello mondiale per le patologie scatenate o aggravate dal fumo, soprattutto quelle croniche che necessitano di trattamenti continuativi nel tempo, ammontano a 1,4 trilioni, ossia miliardi di miliardi di dollari l’anno.
Le multinazionali del tabacco si rivolgono principalmente ai giovanissimi. Minore è l’età in cui si sviluppa una dipendenza e più difficile è uscirne: i bambini sono il principale bersaglio della loro pubblicità per massimizzare i profitti a lungo termine. In Indonesia il 42% dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni è un fumatore.
Gli strumenti di persuasione indiretta, messaggi che dissuadono dal fumare, l’innalzamento del costo delle sigarette, il divieto di fumare nei luoghi al chiuso, hanno ottenuto il risultato di ridurre significativamente il totale dei fumatori e il costo sociale per la cura delle patologie legate al fumo. Ma non hanno eliminato questa realtà che danneggia gravemente la salute, crea una dipendenza fisica e psichica soprattutto a partire dai giovanissimi, e ha un costo sociale elevato.
Cari amici, mi domando se dobbiamo rassegnarci a convivere con questa piaga o se non sia necessario assumere decisioni drastiche, anche considerando che, soprattutto i giovanissimi, passano facilmente dalla sigaretta allo spinello di hashish e poi alle droghe più letali.
Personalmente ritengo che visto che le sigarette fanno male al fumatore e alla società, sono il primo passo per l’assunzione di droghe più nocive, provocano dipendenza e accrescono la spesa sociale, andrebbero vietate.
Ebbene, in Italia e in Europa non solo il divieto viene concepito come una violazione della libertà personale, ma si è esteso l’ambito dell’esercizio della libertà personale alle droghe cosiddette “leggere”. Giustamente l’amica Marialuisa Bonomo ha scritto che le droghe vanno vietate tutte perché la droga è morte e non c’è una “morte leggera” e una “morte pesante”.
Vi invito a pubblicare le vostre valutazioni.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà
Sabato 19 giugno 2022
I pacchetti di sigaretto oggi riportano immagini spesso raccapriccianti dei danni causati dal fumo con l’obiettivo di far leva sul sentimento di paura per smettere di fumare. Ma la percezione del rischio e della paura, seppure importanti, possono non bastare. Far leva sulla paura e sulle malattie future, infatti, può destare fastidio e reazioni contrarie nei fumatori, specialmente nei giovanissimi, che possono leggere in questo tipo di pubblicità solo una predica fine a se stessa e, quindi, inutile. Occorre quindi una elaborare una strategia di successo per la lotta al tabagismo che potrebbe utilizzare gli stessi mezzi, ribaltandoli, della pubblicità delle sigarette di un tempo. Una chiave di successo che potrebbe incoraggiare i fumatori a smettere di fumare, potrebbe essere l’utilizzo di immagini che fanno leva sul coinvolgimento emotivo, evocando sensazioni piacevoli, legando la campagna antifumo alle marche di abbigliamento più in voga tra i giovani e con personaggi di successo che incitano a uno stile di vita sano, senza sigarette, in modo da fornire un modello positivo e vincente da emulare.
Al mio precedente commento Magdi, voglio aggiungere una riflessione concernente l’ipocrisia di queste multinazionali del tabacco che si nascondono dietro il paravento degli avvisi sui pacchetti di sigarette per scaricare la colpa della dipendenza sulle persone. Anche lo Stato è criminalmente ipocrita. La sua colpa è ancora maggiore di quella delle multinazionali poiché non rinuncia ai suoi introiti, cosa che accadrebbe se realmente attuasse politiche serie di dissuasione dal tabagismo.
Caro Magdi, mi trovi d’accordissimo.
Io sono stata una fumatrice, più per emulazione del gruppo che per convinzione. Ben presto però è arrivata la dipendenza. Non riuscivo a smettere. Non appena cessavo di fumare iniziavano le conseguenze così ben descritte da Marialuisa.
Poi un bel giorno il buon Dio mi ha mandato un cancro e così ho imparato ad apprezzare il grande dono della vita ed ho promesso che mai più avrei danneggiato questo dono.
Ora stare accanto ad un fumatore m’infastidisce poiché ne percepisco la puzza e non posso fare a meno di pensare che in altri tempi puzzavo allo stesso modo.
Ora quando incontro giovani che conosco e che vedo fumare, non mi limito a dire che il fumo fa male per mille motivi, ma punto sulla vanità: dico loro che il fumo ingrigisce loro la pelle e li fa puzzare e per quanto si lavino quella puzza non scompare. Spero che le mie parole colpiscano nel segno !
io sono sempre stato infastidito dal fumo degli altri e fin da ragazzo sono sempre stato ben attento a non lasciarmi tentare dal provare a fumare anche perché ero stato informato nel modo corretto dei danni alla salute che poteva provocarmi. Con ogni probabilità ho ascoltato nel modo giusto una lezione fatta dal mio maestro delle elementari perché non credo di aver ricevuto le informazioni sui danni alla salute in altro modo. Non è semplice trasmettere nel modo corretto le informazioni sui danni da fumo ai bambini che spesso vedono i loro stessi genitori fumare sigarette, ma credo che debbano essere informati già dalla scuola dell’infanzia, se possibile, in modo che possano assimilare fin da giovanissimi il concetto della pericolosità del tabagismo per la loro salute.
Dhurata Sheshaj,
Ho letto tutto con molta attenzione, non ho mai fumato i miei genitori non erano fumatori. Al epoca mia fumare era proibito per le donne era un specie di vergogna nel mio paese ( penso che era una delle cose giuste ). Grazie Marialuisa per la descrizione approfondita di questo male del secolo. Io essendoci proprio una che non capivo niente del fumo , quando sentivo il odore del marijuana non capivo cos’era , adesso che lo so vedo che una droga che si usa tantissimo, perché i giovani non hanno avuto una informazione adeguata sui danni che fanno queste droghe , c’è tanta pubblicità sulla vendita della cannabis. Bisogna fare informazione come ha detto Francesco ma il nostro stato (governo) pensa solo a legalizzare queste droghe molto pericolose per i nostri giovani. Buona serata.
Il problema del fumo, al pari delle altre droghe andrebbe combattuto anche attraverso leggi più severe.
Alcuni anni fa partecipai ad una conferenza che trattava il tema della dipendenza dalle droghe e dal tabacco nei giovani e, dai dati statistici era chiaro che nei paesi dove c’erano delle leggi severe cera anche una diminuzione nell’uso di queste. Quindi serve un’ informazione corretta dal punto di vista sanitario, e culturale ma anche ci devono essere leggi a conferma di questo. Si è visto anche che è utile far capire ai ragazzi che vengono manipolati, raggirati dalle multinazionali del tabacco.
Il fumo è la droga legale più usata al mondo.
La nicotina, il composto principale del tabacco, è una potente neurotossina, tossica per le cellule nervose.
In passato, per uccidere gli insetti si utilizzavano insetticidi a base di nicotina.
Per gli essere umani, utilizzata a basse concentrazioni come nelle sigarette, ha un effetto stimolante e crea dipendenza essendo una sostanza psicoattiva esattamente come le droghe.
L’azione della nicotina interessa soprattutto il sistema nervoso centrale, poi quello periferico e i muscoli, determinando l’eccitazione dei neuroni e un aumento del rilascio di molti neurotrasmettitori.
L’uso continuo di nicotina impone lo sviluppo di tolleranza con riduzione degli effetti.
Ma quali sono gli effetti che produce la nicotina?
La nicotina giunge rapidissimamente a livello cerebrale, essendo una sostanza psicoattiva esattamente come le sostanze psicoattive illegali chiamate droghe.
Il fumatore, così come il drogato, ricerca dalla fumata della sua sigaretta questi effetti: aumento del senso di piacere, minore stato d’ansia, stato di rilassamento vigile.
La ricerca di questi effetti è ben riposta nella nicotina.
La nicotina stimola la produzione di adrenalina che provoca l’aumento della pressione sanguigna, della respirazione e della frequenza cardiaca, stimola la produzione di acetilcolina che migliora la concentrazione e l’apprendimento, fa aumentare acetilcolina e noradrenalina che a loro volta aumentano l’attenzione e la vigilanza, fa aumentare acetilcolina e beta-endorfine che riducono il dolore e l’ansia, fa aumentare la dopamina che induce una sensazione di piacere
Al pari di tutte le droghe, la nicotina causa dipendenza fisica e psicologica (i fumatori riportano che quando sono tesi il fumo li calma e quando affaticati o sonnolenti il fumo li sveglia) che si traducono con l’aumento delle dosi, scusatemi, volevo dire delle sigarette fumate .
Fumare quindi è come drogarsi, fa male. Sui giovani fa malissimo
Gli studiosi hanno esaminato per 9 anni i polmoni di 5000 ragazzi e ragazze dai 10 ai 18 anni.
Con “sole” 15 sigarette al giorno, la capacità respiratoria diminuisce del 5%, inoltre il fumo in giovane età pregiudica lo sviluppo dei polmoni, soprattutto nelle ragazze,
Per un giovane inoltre, è difficilissimo smettere di fumare, dopo che si è instaurata l’abitudine, o meglio, la dipendenza. Infatti, fumare stimola una zona del cervello in modo simile a quello tipico delle droghe più “classiche”, come morfina e eroina. E rinunciare alla sigaretta scatena vere crisi di astinenza: desiderio insaziabile di tabacco, irritabilità, inquietudine, frustrazione, rabbia, difficoltà di concentrazione, riduzione del ritmo cardiaco.
Ecco perchè è fondamentale una campagna di informazione chiara e corretta sul fumo di sigarette per prevenire la dipendenza dal fumo dei giovani e migliorare la salute di tutti.
No alla droga legale più usata al mondo!
Complimenti Marialuisa per l’esposizione approfondita, argomentata ed efficace del danno provocato dalle sigarette sui giovani. Grazie per il tuo prezioso contributo.
Magdi Cristiano Allam
Tutto molto interessante! Non avevo questo tipo di conoscenza al riguardo ma solo un’ esperienza diretta fatta di lotta perchè sia mio marito che mio fratello sono fumatori accaniti e la battaglia che conduciamo nei confronti dell’ uno e dell’ altro per farli smettere non ha dato grandi risultati. Purtroppo il tabagismo è troppo remunerativo per contrastarlo seriamente e opportunamente ma che senso ha lottare per rendere le persone consapevoli su malattie come i tumori e impegnarsi verso le cure se non si spendono altrettante energie per la prevenzione attraverso delle campagne di sensibilizzazione e informative che rendano i cittadini realmente coscienti di ciò che è il fumo? Quando si parla di stato etico e diritto alla salute non si intende anche questo? Ovvero anteporre gli interessi economici al benessere di ciascun individuo E conseguentemente della collettività?
Grazie Marialuisa, la tua spiegazione è stata chiara. Se noi spiegassimo questo meccanismo ai giovani come hai fatto tu ora penso che avremmo meno ragazzi che si avvicinano al fumo.
Il fumo tra i più giovani con i relativi danni alla loro salute per la dipendenza che provoca non è avvertito come un problema grave, bisognerebbe quindi aumentare l’informazione corretta nelle scuole; sono del parere di vietare la vendita della cannabis e della marijuana legale che costituiscono un primo passo verso una dipendenza sempre maggiore e più pericolosa. La droga è morte e bisogna contrastare ogni aspetto della cultura della morte.
Grazie Magdi, per questo tuo articolo e sono d accordo con Mluisa, dobbiamo tutelare i nostri giovani.