Il 25 settembre si voterà con il Rosatellum. Nei collegi uninominali e plurinominali gli elettori scelgono i candidati indicati dai partiti

Il 25 settembre 2022 gli italiani torneranno a votare alle elezioni legislative dopo lo scioglimento anticipato del Parlamento, con il sistema elettorale denominato Rosatellum, dal nome di Ettore Rosato (ora in Italia Viva), uno dei principali sostenitori del testo e capogruppo del Partito democratico alla Camera quando il testo fu convertito nella Legge n. 165 del 3 novembre 2017 e con cui si votò alle elezioni legislative del 4 marzo 2018.

I partiti ottengono i seggi solo se si aggiudicano almeno il 3% dei voti su base nazionale. Per potere eleggere un rappresentante, le coalizioni devono invece raggiungere la soglia del 10%.

I posti da assegnare alla Camera saranno 400 (e non più 630) e al Senato saranno 200 (e non più 315), come conseguenza delle modifiche introdotte dal referendum sul taglio del numero dei parlamentari. La misura, voluta dal Movimento 5 Stelle, richiede alcuni correttivi volti a riorganizzare gli equilibri interni al Parlamento che non sono ancora stati approvati ma dovrebbero esserlo prima del voto.

Il Rosatellum prevede un sistema elettorale misto, con collegi plurinominali e collegi uninominali. In entrambi i collegi i candidati vengono indicati dai partiti, pertanto non c’è il voto di preferenza, cioè la facoltà degli elettori di scegliere gli eletti scrivendo il nome del candidato prescelto sulla scheda elettorale.

Un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in collegi uninominali, mentre i restanti due terzi saranno divisi tra i partiti rispettando i risultati percentuali ottenuti alle elezioni con un sistema proporzionale.

Alla Camera dei deputati saranno assegnati 148 collegi uninominali, dove i partiti e le coalizioni presenteranno un solo candidato e agli elettori si chiede di mettere una croce s. A essere eletta è la persona che prende almeno un voto in più degli altri.
Per gli altri 244 seggi è usato il metodo proporzionale in collegi plurinominali: qui ogni partito o coalizione presenta una lista di candidati e riceve un numero di seggi in proporzione al numero di voti ricevuti. Gli elettori non possono indicare preferenze sui nomi dei candidati che sono invece eletti seguendo l’ordine dei nomi sulle liste. Quindi hanno maggiore probabilità di essere eletti i candidati posizionati ai primi posti delle liste.

In Senato sono 74 i collegi uninominali e 122 i collegi plurinominali.

I cittadini italiani residenti all’estero votano di norma per corrispondenza, eleggendo i propri rappresentanti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica fra i candidati della Circoscrizione Estero, che comprende quattro ripartizioni :
1 – Europa
2 – America meridionale
3 – America settentrionale e centrale
4 – Africa, Asia, Oceania e Antartide)
A seguito del Referendum costituzionale del 2020 il numero dei deputati alla Camera eletti nella Circoscrizione Estero passano da 12 a 8, mentre i senatori della Repubblica passano da 6 a 4.

Non si può scegliere il voto disgiunto ma indicare una sola preferenza.

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