A Orbetello un’azienda all’avanguardia nella coltivazione di piante e prati che richiedono pochissima acqua e manutenzione . Per la politica è un’opportunità per aggirare la siccità e combattere la desertificazione

Cari amici buongiorno. In un’Italia dove scarseggia l’acqua a uso domestico, dove d’estate in tanti Comuni si vieta l’irrigazione dei campi e degli orti, dove le case si ritrovano a secco in talune fasce orarie della giornata, dove il livello dei fiumi e dei laghi si abbassa al di sotto del livello di mantenimento e le aree interne si stanno desertificando, scopriamo con soddisfazione che c’è la possibilità concreta di fare e coltivare i giardini risparmiando ben l’80% dell’acqua e della manutenzione.

Sabato scorso 23 luglio ho avuto modo di visitare l’azienda agricola BotanicalDryGarden, sulla Strada Provinciale 160 Amiatina n. 42 a Orbetello in Provincia di Grosseto, scoprendo migliaia di specie e varietà di piante mediterranee che hanno la capacità di resistere a lunghi periodi di siccità, di sopravvivere alle poco piovose estati mediterranee e alle forti escursioni termiche. Al BotanicalDryGarden non si usano concimi chimici e pesticidi, e soprattutto non esiste un vero e proprio impianto di irrigazione.
Si tratta di un vero giardino secco, grazie a tecniche e accorgimenti per costruire e coltivare un giardino senza irrigazione, una realtà naturale, eco-sostenibile e a bassa manutenzione.
Luca Agostini è l’Amministratore unico della Società agricola Mates Piante ed è l’ideatore e realizzatore dell’Orto Botanico BotanicalDryGarden. Si definisce “Produttore di ossigeno”.

Dopo la visita a questo singolare parco e vivaio di piante e prati che richiedono pochissima acqua su una superficie di oltre 40 mila metri quadrati, ho avuto il grande piacere di conoscere e di ascoltare una conferenza del Professor Stefano Mancuso, che presso l’Università di Firenze ha l’unico cattedra al Mondo di “Etologia vegetale”. L’etologia è una disciplina biologica fondata da Konrad Lorenz (1903-1989), che studia le abitudini e i costumi degli animali, nonché l’adattamento delle piante all’ambiente.
Il titolo della conferenza era: “Il pianeta verde: vita, relazioni e viaggi delle piante”.
Il Professor Mancuso è il fondatore della neurobiologia vegetale, disciplina che si impegna a studiare l’intelligenza delle piante e a divulgare un nuovo modo di approcciarsi ad esse: non soltanto “vegetali”, ma esseri senzienti capaci di scegliere, imparare e ricordare.
Ebbene il Professor Mancuso ci ha spiegato magistralmente che se l’intelligenza significa essenzialmente la capacità di risolvere al meglio i problemi, le piante sono esseri intelligenti avendo la capacità di risolvere i problemi che si presentano concernenti l’alimentazione, la respirazione, la fotosintesi, la relazione e la riproduzione. A differenza degli esseri umani in cui l’intelligenza è concentrata nel cervello, l’intelligenza delle piante è presente nell’integralità dell’organismo, una sorta di “cervello diffuso”.
Il Professor Mancuso ha affrontato il tema del surriscaldamento ambientale che attribuisce all’inquinamento provocato dall’attività umana, ha indicato come soluzione piantare mille miliardi di piante a livello mondiale, chiarendo che la cifra di un milione di nuove piante promesse da Berlusconi nel suo programma elettorale sarebbero del tutto inefficaci.

Cari amici, pur prendendo atto che sulla causa del surriscaldamento del nostro pianeta ci sono tesi diverse, è tuttavia indubbio che il drastico calo dell’inquinamento provocato dall’attività umana e l’aumento considerevole degli spazi verdi si tradurrebbero in un ambiente più salubre per tutti.
Ma soprattutto dobbiamo valorizzare la possibilità di piantare e coltivare prati e piante che richiedono pochissima acqua e che con pochissimo impegno diventano dei polmoni verdi benefici per la produzione di ossigeno e e per ridurre l’inquinamento.
Mi auguro che non solo il mondo dell’imprenditoria ma soprattutto il mondo della politica assuma la consapevolezza sia della straordinaria potenzialità di combattere la desertificazione e la siccità con la creazione di ampi spazi verdi che necessitano di pochissima acqua e manutenzione, sia dell’urgenza di piantare non milioni ma miliardi di piante per risolvere alla radice l’inquinamento atmosferico che ovviamente va contrastato con tecnologie “pulite”.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà

Giovedì 28 luglio 2022

 

3 commenti su “A Orbetello un’azienda all’avanguardia nella coltivazione di piante e prati che richiedono pochissima acqua e manutenzione . Per la politica è un’opportunità per aggirare la siccità e combattere la desertificazione

  1. Interessante articolo. Sarebbe utile che queste coltivazioni fossero estese. In Turchia, moltissimi anni fa, quando c’era aridità e siccità, per legge ogni persona doveva puntare un albero per ogni evento di famiglia. Un albero per ogni nascita, per ogni fidanzamento, matrimonio, festa di compleanno ecc…in un certo numero di anni si è creata una terra verde, è sparita la siccità ed oggi viene coltivata con successo. Non so se questa legge sia ancora in atto, ma considerato il beneficio che ha creato, non sarebbe male pensarci e invitare gli italiani ad imitarla. È una proposta balzana? Forse, ma certo non farebbe del male…..

  2. grazie Magdi per il tuo interessante articolo, interessante la proposta di piantare piante che richiedano poca acqua e che richiedano poco impegno nella manutenzione mi auguro che questo possa diventare realtà.

  3. Acqua,aria,terra e fuoco(Energia) come ben sapevano gli Antichi sono da sempre i pilastri del Mondo, indispensabili, da cui non si puo’ prescindere se vogliamo che la Vita continui rigogliosa e ricca di frutti e consegnata ad un futuro migliore. Non scopriamo nulla di nuovo, ma abbiamo il dovere di preservare l’antico per preservare la Terra di Dio, il giardino dell’Uomo.
    Interessantissime queste nuove culture che preservano e non sfruttano l’ambiente e lo rendono piu’ vivibile. dal punto di vista alimentare non so’ se dovremo cambiare il cibo,le verdure che mangiamo,perche’ bisognera’ anche trovare sistemi simili per ortaggi,tipo i pomodoro ed altri che richiedono molta acqua,ma la strada e’ aperta’ e i cervelli funzionano, la natura ci insegna sempre e noi seguiamola,torniamo all’Uomo Naturale.

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