Le forniture di gas russo all’Italia e, dall’Italia all’Austria e alla Germania, non si erano interrotte. Grazie al rapporto esclusivo e riservato dell’Eni con la Russia. L’Eni si conferma essere uno “Stato nello Stato” per assicurare l’energia all’Italia costi quel che costi, anche contrastando almeno apparentemente la politica del Governo

Le forniture di gas russo all’Italia e, dall’Italia all’Austria e alla Germania, non si erano interrotte. Grazie al rapporto esclusivo e riservato dell’Eni con la Russia. L’Eni si conferma essere uno “Stato nello Stato” per assicurare l’energia all’Italia costi quel che costi, anche contrastando almeno apparentemente la politica del Governo

Cari amici buongiorno. Ieri, mercoledì 5 ottobre, con grande sorpresa generale, abbiamo appreso che la Russia riprenderà le forniture di gas all’Italia, grazie a un accordo tra le rispettive società energetiche Gazprom ed Eni.

Apprendiamo che l’accordo si è reso possibile grazie al pagamento di una cauzione da 20 milioni di euro dall’Eni all’Austria, nel cui territorio transita il gas russo diretto in Italia e che, è stato sottolineato, era stato interrotto sabato scorso 1 ottobre per l’entrata in vigore una nuova normativa che contempla il versamento di un deposito cauzionale da versare alla società di dispacciamento austriaca. Gazprom si è rifiutata di pagare la cauzione in euro. Ed è così che è subentrata l’Eni. L’Amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, ha spiegato: «Si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro di gas che passano, vediamo se riusciamo a subentrare e fare questo sforzo. Diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro».

Il giorno precedente, martedì 4 ottobre, il Presidente di Fratelli d’Italia e candidata a essere il prossimo Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva telefonato al Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e aveva incontrato il Ministro della Transizione ecologica del Governo dimissionario Roberto Cingolani.
Intervenendo 48 ore prima, domenica 2 ottobre, alla trasmissione “Mezz’ora in più” della Rai, Cingolani aveva rivelato che in questo periodo «stiamo esportando tra i 18 e i 20 milioni di metri cubi all’Austria e alla Germania».

Da queste notizie deduciamo che:
1) Le forniture di gas russo all’Italia non erano state interrotte, contrariamente alle dichiarazioni ufficiali sul blocco totale deciso dalla Russia.
2) L’Italia dispone di quantitativi di gas sufficienti per il proprio fabbisogno e che in aggiunta consentono di esportare il gas all’Austria e alla Germania.
3) L’Eni gestisce in piena autonomia, come ha sempre fatto sin dal 1945, la politica energetica dell’Italia anche divergendo, almeno apparentemente, dalla politica espressa in ambito politico dal Governo.
4) Per l’Eni la continuità delle forniture di gas russo, quantomeno in questa fase, è una necessità vitale a cui non l’Italia non può rinunciare costi quel che costi. Ciò si traduce in un rapporto esclusivo e riservato tra l’Eni e la Gazprom, al punto che l’Eni si è sostituita alla Gazprom nel versare 20 milioni di euro di deposito cauzionale alla società di dispacciamento austriaca.
5) L’Eni di fatto svolge un ruolo di rifornimento del gas russo non solo all’Italia, ma anche alla Germania e all’Austria, vanificando sostanzialmente l’asserito boicottaggio dell’Unione Europea alla Russia.
6) Il Governo italiano “fa da spalla” all’Eni rassicurando l’Ucraina sul sostegno politico e militare, per ottenere in cambio dall’Ucraina l’assicurazione sulla protezione del gasdotto che dalla Russia, attraverso l’Ucraina, si collega al gasdotto TAG (Trans Austria Gas Pipeline) che arriva a Tarvisio.

Cari amici, questi fatti ci confermano la realtà dell’Eni come il vero “Deep State”, lo “Stato profondo”, uno Stato nello Stato, in cui l’Amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi ha più potere del Presidente del Consiglio o del Presidente della Repubblica.
L’energia è per uno Stato ciò che il sangue è per il nostro corpo. L’energia è la linfa vitale che consente la sopravvivenza dello Stato, così come il sangue è la linfa vitale che ci consente di sopravvivere.
Questi fatti ci chiariscono che uno Stato, se non ha un’autonomia energetica, cessa di essere uno Stato indipendente e sovrano, diventa una entità collettiva sottomessa a poteri forti. Ecco perché dobbiamo elaborare e diffondere una proposta fondata e praticabile che assicuri l’autonomia energetica dell’Italia, investendo nelle tecnologie e valorizzando le risorse materiali e umane disponibili.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Giovedì 6 ottobre 2022

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