La recente elezione del cattolico Lorenzo Fontana alla terza carica dello stato ha rivelato come essere cattolico sia oggi ritenuto un imperdonabile difetto. Come ogni difetto dovrebbe essere tenuto educatamente nascosto, dovrebbe essere ininfluente, al massimo accennato con un sorrisetto timido di scuse. Siamo in un periodo decisamente difficile. Essere credenti potrebbe aiutare? Gli ultimi due anni sono stati terribili, con le persone terrorizzate dalla presunta pandemia, chiuse in casa, costrette ad esibire un lasciapassare, intere categorie di lavoratori senza stipendio in quanto rifiutavano di farsi inoculare un siero sperimentale, tutti gli altri costretti al tampone ogni due giorni se non volevano il cosiddetto “vaccino”. Ai “disobbedienti” è stato perfino vietato prendere i mezzi pubblici, entrare in un bar per un caffè o usare i servizi, impedito l’ingresso in Posta o in banca. A tutti è stato imposto l’obbligo delle mascherine. Tragiche sono state le conseguenze economiche e le ripercussioni a livello psicologico soprattutto dei più giovani e degli anziani. Tutto questo è stato accompagnato da voci piene di disprezzo per chi osava obiettare contro provvedimenti privi di logica e pericolosi. Come dimenticare le istigazioni all’odio sociale più livido e becero di Ronzulli e Brunetta, ma anche di Draghi e Mattarella, per non parlare dell’enorme stuolo di giornalisti, nani, ballerine e purtroppo anche medici nel condannare chi osava rifiutare farmaci sperimentali senza alcuna dichiarata funzione di bloccare la pandemia, con i contratti di acquisto secretati Il fatto che questi farmaci siano stati somministrati a milioni di persone non li rende meno sperimentali, perché sono stati somministrati senza doppio cieco e senza farmacovigilanza attiva. Sono attualmente in fase sperimentale. L’obbligo all’inoculazione mediante minaccia o ricatto di farmaci sperimentali viola le convenzioni di Norimberga e Oviedo, è un crimine contro l’umanità, e potrebbe forse configurare il reato di lesione dolosa non colposa nel caso di effetti collaterali non reversibili o di morte. Viola soprattutto l’etica. Quando sembrava che ne stessimo uscendo siamo entrati nel conflitto russo-ucraino ed ora si profila all’orizzonte un futuro di fame, freddo e incertezza, mentre uomini e donne muoiono e di nuovo è violata l’etica. Il nostro ultimo anno di pace è stato il 2019, il nostro ultimo Natale da uomini liberi senza che nessuno osasse dirci chi e quanti invitare, cosa mangiare e a che temperatura tenere il termostato. Nel 2019 siamo stati felici, quindi? Certamente no: abbiamo sperperato ogni istante o quasi in malumore e scontento. Siamo riusciti a essere più infelici e con tassi di depressione infinitamente più alti dei nostri nonni e bisnonni. I nostri antenati erano credenti. Questo ha permesso loro di attraversare senza sprofondare catastrofi come il crollo dell’impero romano, la peste del ‘300 e innumerevoli altre epidemie, guerre mondiali e non. Anche per questo, in tempi come questi, potrebbe essere utile la lettura di un libricino, La teologia del ragioniere – Credere conviene perché fa bene – di Gianfranco Vanzini uscito per l’editore Cantagalli nel febbraio del 2022 . Il libro di Gianfranco Vanzini, La teologia del ragioniere, si propone di dimostrare quanto più felice sarebbe la nostra esistenza e migliore la società se ci impegnassimo ad osservare i Dieci Comandamenti. In un mondo dove gli uomini operano delle scelte in base al vantaggio che possono trarne, l’Autore propone una lettura in chiave “utilitaristica” dei Comandamenti che Dio ha dato a Mosè sul Monte Sinai, circa 1300 anni prima di Cristo, dimostrando la loro estrema attualità. Chi crede in Dio non crolla mai, nemmeno davanti a eventi atroci, perché ha lo sguardo divino su di sé, perché sa che le sue sofferenze sono pesate. Chi non crede, crolla per i brufoli. Chi ha fede in Dio non ha paura di niente, non cerca esoterismi e superstizioni, si ritrova santo tra i Santi nei giorni sacri: è una magnifica sensazione che rende superflui i corsi di autostima. Non uccidere esclude qualsiasi giustificazione per la guerra, l’aborto, l’eutanasia. Non dire falsa testimonianza significa anche non andare in televisione a dire cose non vere. Onora il padre e la madre è fondamentale per diventare adulti. Onorare vuol dire onorare un debito. Se siamo vivi lo dobbiamo a padre e madre. Solo se restituiamo il debito cresciamo, altrimenti restiamo intrappolati in un’adolescenza cronica, con il rancore cronico per tutte le imperfezioni dei nostri genitori. Nella nostra epoca quello più massacrato è stato il comandamento “Non commettere atti impuri”, al punto tale che finanziamo con denaro pubblico lezioni di educazione sessuale e strane manifestazioni dove con infinito orgoglio si inneggia alla promiscuità più totale. La castità è considerata con disprezzo, la fedeltà come retaggio di epoche superate. Il risultato è un’infelicità stagnante e continua. Se Dio ordina “non commettere atti impuri” è perché sa che è possibile non commetterne e che commetterli ci ingabbia, non ci libera. Chiunque affermi : Dio ti ha voluto così, riferendosi a stili di vita dove si commettono atti impuri, sta mentendo. Anche Non rubare non va per la maggiore. Rubare è interpretato come una specie di ridistribuzione dei redditi, almeno in Italia, e quando a essere derubati sono i meno abbienti. Si può addirittura rubare una casa occupandola! E in questo caso interviene solo Mario Giordano perché tutti gli altri sono distratti. In realtà chi ruba riduce gli altri in schiavitù, perché ruba tutto il tempo e la fatica che l’altro ha impiegato per avere quello che è stato rubato. Lo schiavismo viola il comandamento Non rubare. Anche la riduzione in miseria dei non inoculati, è stato un furto, levare loro il lavoro, il diritto di salire su un treno è stato unfurto Robin Hood non è un eroe cristiano. Don Bosco otteneva cifre enormi convincendo alla carità, così da salvare anche le anime dei donatori. Non desiderare la roba d’altri ci salva dall’invidia che rode l’anima e impedisce di godere di ciò che abbiamo, di cercare il talento, che a ognuno di noi è stato dato, e farlo fruttare. Non desiderare la donna d’altri, colei che non ti ha scelto, è detto ai maschi perché loro hanno in testosterone, che è dinamite, e la forza muscolare per imporsi anche a una donna che li ha scelti, mentre il loro compito è coltivare fino alla fine il desiderio per il corpo della donna che li ha scelti, che hanno sposato davanti a un altare, sapendo che, prima o poi, le rughe arriveranno e non faranno paura. I Dieci Comandamenti servono per portarci in Paradiso, secondo i credenti. Dimenticarli porta all’inferno in terra, un inferno fatto di scontento, adulterio, aborto, menzogne, guerre, tristezza, granitiche dittature camuffate da democrazie che tolgono il diritto di andare a Messa e di sorridere per il terrore di una malattia curabile, che non permettono nemmeno la proprietà del proprio corpo, che scaraventano nella guerra, forse anche nucleare, che garantiscono una morte immediata a ogni adolescente che bofonchia: io non voglio vivere. Torniamo nel Sinai. Ritroviamo la Legge.
SILVANA DE MARI: “La teologia del ragioniere “
2 commenti su “SILVANA DE MARI: “La teologia del ragioniere “”
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L’elezione del cattolico Lorenzo Fontana a Presidente della Camera manda la S X ai pazzi: Fontana viene definito omofobo, putiniano.
La SN scende in piazza a manifestare sventolando la bandiera arcobaleno. Noi non corriamo certo dietro ad un pezzo di stoffa colorata, non partecipiamo al tripudio di “colori” che spesso accompagnano e spettacolarizzano oscene sfilate di corpi nudi con la coda (satanismo),di drogati e di simboli e maschere che offendono il sentimento religioso di milioni di credenti.
Sui medias nazionali a seguito della nomina si moltiplicano incontri su temi etici, solo ultimamente accantonati.
Parlo di aborto, utero in affitto, legge Zan, eutanasia.
Dell’articolo della dr.ssa De Mari mi ha colpito la frase dove si riconosce una verità da me sempre convintamente e intimamente sentita.
Silvana De Mari scrive: chi crede in Dio non crolla mai, nemmeno di fronte ad eventi atroci perché ha lo sguardo divino su di sé, perché vive e sente dentro la presenza di Dio.
E’ vero: il cristiano non cederà mai al suicidio come pure non arriverà mai a togliere la vita al suo prossimo.
Grazie alla dr.ssa De Mari per averci richiamati a vivere da buoni cristiani ubbidienti ed osservanti i Comandamenti del Signore.
Bellissimo articolo di Silvana, che condensa tutti i significati oggi di essere uomini e donne consapevoli di quanto accaduto e accade e dell’ importanza di essere uomini e donne di Fede per ritrovare la strada di Dio,
la via del cammino per affrontare i drammi che ci aspettano con forza e fiducia in Lui, per ritrovare la Sua Legge nei 10 Comandamenti ,che oltre che di fede sono anche morali ed etici per ognuno.
In questo deserto del Sinai in cui siamo immersi,spesso prigionieri del vitello d’oro da adorare, dei vizi esaltati come virtu’, mi unisco al suo grido : Ritroviamo la Legge!!