STEFANIA CELENZA: “L’ideologia gender inculca nei bambini la negazione della propria sessualità e mira a creare una popolazione ermafrodita destinata a estinguersi”

Nella nostra società, è ormai possibile verificare la totale trascuratezza degli interessi e dei diritti del bambino, nonostante lo sbandieramento di tanti principi, grondanti di sola retorica. Non solo il concepito, ma anche il bambino è ignorato, prima dalla politica e poi, conseguentemente, anche dal diritto.

Ciò per due considerazioni molto elementari.
Il minore non ha capacità economica autonoma e soprattutto non ha diritto al voto. Per questo, al suo posto e più di lui, vengono perseguiti gli interessi dei soli adulti. I diritti del bambino vengono allora capovolti, modificati e mistificati, affinché possano coincidere con le pretese degli adulti.
Insomma, si mira, in primo luogo, a perorare le cause dei grandi, pretendendo di farle passare come il bene dei minori.

Il sistematico danneggiamento degli interessi del bambino è già presente in sordina, nella struttura sociale, giuridica e normativa, del nostro paese, ma è emerso in tutta la sua spregiudicatezza con l’avvento e con la imposizione della cosiddetta “teoria del Gender”, che, come noto, nega la realtà biologica del maschio e della femmina, in favore di una identità fluida, in costante evoluzione.
Quello che le politiche di sinistra fanno passare come un segnale di apertura e di coraggio, come una legittima lotta contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, è, in realtà una forma di abuso e di violenza che viene fatta ai minori, sovente nella totale inconsapevolezza dei genitori.

Per quanto simile teoria evochi scenari non creduti di un mondo futuro, abitato solo da eunuchi, privo di certezze, in costante fluida modificazione, a seconda del mutare delle singole “percezioni”, tutto questo è spaventosamente già attuale.
Come dice l’Avv. Gianfranco Amato, se si arriva a far credere che non siamo né maschi né femmine, che ciò che si vede con gli occhi e si tocca con mano, non esiste, allora si potrà far credere qualsiasi cosa…

Eccome se l’abbiamo già visto con la epopea del vaccino anti-Covid…

Per iniziare a edificare questo apparato Gender, è stato necessario cominciare dai bambini. Occorre predisporli, condizionarli, formarli fin dalla più tenera età.
Ecco perché l’intero sistema si è messo in funzione, già da tempo, per diffondere il più possibile questi nuovi scenari educativi.
Vi sono numerose indicazioni europee, addirittura risoluzioni ONU, che incentivano la diffusione di questa ideologia. In Italia sono già operative plurime direttive ministeriali e regionali che prevedono, fin dalle scuole materne, l’insegnamento della dottrina Gender, presentata sotto le mentite spoglie di teoremi antidiscriminatori.
Il fine professato è quello di «garantire un sistema formativo aperto alle differenze, di organizzare iniziative sulla presenza di studenti gay, lesbiche, bisessuali e transgender nella scuola», nonché di formare gli insegnanti, nella lotta contro i fenomeni di rifiuto della diversità.
Si vuole promuovere, cioè, nelle scuole, la lotta agli stereotipi di genere ed alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale. Su questa linea, si sta cercando di introdurre nelle scuole italiane la cosiddetta carriera alias.
Si vuole, cioè, modificare il regolamento scolastico (che molte scuole stanno già attuando), affinché gli studenti siano trattati in base all’identità di genere che loro dichiarano di auto-percepire e non in base al loro sesso biologico maschile o femminile.
Ciò avviene in uno scenario già costituito dove i bambini, fin da piccolissimi, vengono sottoposti a un sistematico bombardamento culturale e mediatico, che li invita a mettere in dubbio la loro sessualità, e che insinua nelle loro menti e nel loro animo il dubbio (o meglio dire la menzogna) di essere “nati nel corpo sbagliato”. Con la carriera alias, la scuola avalla e incoraggia questo caos ideologico interiore, addirittura istituzionalizzandolo.

Come un giocattolo, la teoria del Gender viene messa in mano ai bambini, non solo attraverso l’insegnamento scolastico, ma anche con il cinema (è ormai conosciuta la modifica, in chiave gender, dei più celebri cartoni animati della Walt Disney) e sopratutto con la letteratura dell’infanzia …

Ho voluto fare, qualche tempo fa, una personale ricerca e posso affermare che oggi, nelle comuni librerie, si possono rinvenire, impietosamente accostati a Rodari, Buzzati, Piumini e Collodi, per esempio, i seguenti testi.

“Campione in gonella”, di David Walliams, ed. Giunti
Si parla di un giovane calciatore che, oltre il calcio, adora anche i vestiti e la moda. Arriva a vestirsi con gli abiti delle ragazze e ne prova piacere, fino a concludere che «da quando si era travestito era diventato felice». Come diretta conseguenza, il protagonista comprende che, allora, «posso essere chiunque»…

“Sesso è una parola buffa”, di Cory Silverberg, ed. Terre Nuove
Dopo una grossolana spiegazione della anatomia genitale, sapientemente illustrata a fumetti, il concetto centrale del libro viene così disvelato:
«Avere un pene non è ciò che fa di te un maschio;
Avere una vulva non è ciò che fa di te una femmina;
La verità è molto più interessante di così!»

Il manuale prosegue con altre importanti massime
«Magari ti definiscono un bambino, ma tu sai di essere una bambina;
Magari ti definiscono una bambina, ma tu sai di essere un bambino;
Forse non lo sai neanche tu o non ti importa più di tanto;
Forse ti senti entrambe le cose».

Queste ed altre amenità vengono suggerite, insinuate, inculcate, propinate in libri che sono distribuiti liberamente nella letteratura per ragazzi!
Lo stendardo seducente è l’insegnamento antidiscriminatorio, l’apertura alle differenze. Ma la realtà è ben altra.

L’intento, o quanto meno il rischio, è quello di creare una popolazione ermafrodita di sudditi, innocui e inespressivi, capaci di accettare qualsiasi cosa. La via intrapresa è quella della deriva del materialismo, di una globalizzazione che sta già massificando l’umanità adulta, omogenizzandola e omologandola, privandola delle identità e dei valori, per oggettivizzare la persona, trasformandola in esclusiva consumatrice di materialità.
La prospettiva è un nuovo ordine senza Stati, senza Patrie e identità, senza civiltà e valori, con una crescente moltitudine umana senza radici, in un contesto dove conti avere e non essere, possedere illimitatamente e non disporre dei beni adeguati ad un’esistenza dignitosa.
Questo è il primario, anche se veicolato in forma subliminale, indirizzo impartito dalla “didattica” Gender.
Per la teoria del gender, la famiglia naturale composta da un uomo e da una donna, che costituisce il nucleo primario di formazione dell’uomo, viene considerata come il principale nemico da abbattere. Essa viene vista come un’istituzione che frena ed ostacola la libera autodeterminazione dell’individuo e, per tale ragione, va combattuta.

Concludendo, il grande inganno consiste nel far passare come sensibilizzazione alla democrazia ed alla tolleranza, come lotta alle discriminazioni quella che è in realtà la cancellazione di ogni legame e di ogni identità culturale, storica, religiosa, familiare e sessuale. E’ la rottura con la natura. Il pensiero gender ne costituisce solo l’ultima declinazione per una nuova antropologia, dove, al posto della natura, c’è la scelta soggettiva, al posto del diritto, c’è il mero desiderio, dove al posto dell’uomo, c’è un individuo indistinto, indifferenziato, apolide.
Il nuovo cittadino asessuato del mondo.
Il neonato governo Meloni si presenta fermamente intenzionato ad interrompere questa deriva.
Non abbiamo altra scelta. Dobbiamo crederci.

Stefania Celenza

(19 novembre 2022)

1 commento su “STEFANIA CELENZA: “L’ideologia gender inculca nei bambini la negazione della propria sessualità e mira a creare una popolazione ermafrodita destinata a estinguersi”

  1. L’ideologia gender serpeggia da tanto tempo nella società e sicuramente poter intrufolarsi nella scuola sembra essere garanzia di maggior diffusione . L’editoria in questo non resta indietro .( alcune sperimentazioni come il “gioco del rispetto” nella scuola materna “Cuccioli” di Trieste, e l’introduzione di alcuni libretti).Sicuramente i genitori dovrebbero essere più attenti alla progettualità che la scuola propone e rifiutare di far partecipare i propri figli a ciò che non sembra adatto. C ‘è ancora poca conoscenza di questa ideologia e ciò genera confusione con l’educazione sessuale o con la parità di genere tra uomo e donna o con l’omosessualità .
    Tutto questo programma fa pensare che l’intento sia quello di controllare indirettamente la fertilità sia maschile che femminile ,le persone immerse nella loro “fluidità”, decidono di essere un giorno maschio ed un altro giorno femmina.
    Gesù nel Vangelo dice che il matrimonio avviene solo tra un uomo e una donna, i due si uniranno ed insieme formeranno una carne sola.Non parla di altre forme di matrimonio.

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