MAGDI CRISTIANO ALLAM: “La Casa della Civiltà nel 2023 proseguirà sulla retta via, con la Formazione culturale e la Mobilitazione civile, per consolidarsi qualitativamente e crescere quantitativamente”

Cari amici buongiorno. Nell’incontro che ho avuto ieri sera con gli iscritti della Casa della Civiltà, ho esposto la mia visione del Programma che la nostra piccola Comunità intende promuovere nel nuovo anno 2023.

Ho riflettuto sulla mia scelta personale di non andare a votare alle scorse elezioni politiche del 25 settembre 2022.

Ho detto che se avessi votato, sulla base della scelta del male minore, Fratelli d’Italia o la Lega, considerando che in passato avevano assunto delle posizioni critiche sull’Unione Europea e sull’euro, che più recentemente avevano manifestato la necessità di un maggiore impegno a favorire una soluzione negoziata nella guerra in corso tra la Nato e la Russia in Ucraina, ebbene oggi mi sentirei profondamente deluso considerando il totale allineamento del Governo Meloni alle direttive dell’Unione Europea e della Nato, persino con una maggiore accentuazione della vendita delle armi italiane all’Ucraina e agli investimenti nel settore della Difesa nel contesto di strategie decise dalla Nato.

E se, invece, avessi votato una delle quattro liste con cui si sono presentati divisi i cosiddetti “partiti anti-sistema” che di fatto hanno la smania di entrare nel sistema, con dirigenti riciclati e screditati che si trovavano o erano già stati in Parlamento, tronfi di protesta ma vuoti di proposta, assetati di poltrone ma poveri di idealità, mi sarei sentito un credulone.
I partiti cosiddetti “antisistema” sono stati indubbiamente votati da elettori contrari a questo sistema di potere, ma sono stati bocciati dall’insieme degli elettori in quanto non credibili sul piano della rappresentanza e della proposta, essendosi presentati divisi in quattro soggetti partitici: Italexit di Gianluigi Paragone che ha ottenuto l’1,9%; Italia Sovrana e Popolare di Francesco Toscano e Marco Rizzo che ha ottenuto 1,2%; Vita e Alternativa per l’Italia che hanno ottenuto risultati risibili. Tutti questi soggetti partitici hanno fatto prevalere i personalismi e l’ambizione alla poltrona rispetto all’idealismo sul piano dei contenuti e all’abnegazione sul piano del ruolo individuale.

Registriamo che Italexit si è già dissolto e si è ridotto a un partitino personale del suo fondatore. In un’intervista del 4 dicembre all’edizione romana del Corriere della Sera, Paragone ha detto che cambierà il nome del suo partito togliendo Italexit, e lasciando solo “Per l’Italia con Paragone”, perché, ha detto testualmente «È innegabile che il partito si identifichi con la mia leadership. Sarà arrogante, ma è la verità». Il suo partito si sta lacerando, Paragone ha destituito i suoi Coordinatori a Roma, in Abruzzo, Sardegna e Toscana. I suoi oppositori, che sono stati estromessi, lo accusano di aver già concluso un accordo con la Meloni per le prossime elezioni regionali nel Lazio e che gli sarebbe stato chiesto di affievolire l’immagine di partito anti-sistema e anti-europeo.

Prendiamo atto che “Italia Sovrana e Popolare” si sta lacerando al proprio interno. Il 16 novembre, Antonio Ingroia, ex Procuratore aggiunto di Palermo, ora avvocato e dirigente di “Italia Sovrana e Popolare”, ha denunciato all’Agenzia Adnkronos un tentativo di corruzione da parte di Marco Rizzo, Segretario generale del “Partito Comunista”, per convincere Francesco Toscano a lasciare la Presidenza di “Ancora Italia”: «Sulla base di quello che ho letto sulla “proposta indecente” fatta a Francesco Toscano al quale per lasciare la presidenza di Ancora Italia è stata offerta metà della cassa del partito, costituita dai contributi dei tesserati, dico che la mia reazione è di sdegno per il fatto e di solidarietà a Toscano. Se fossi ancora Pm avrei già aperto un’indagine su un fatto, ormai pubblico, che dimostra ci sia stato un tentativo di corruzione privata e di appropriazione indebita della cassa di un partito che è e non potrebbe che essere di esclusiva pertinenza degli iscritti al partito stesso».

Ho voluto evidenziare che il dato più rilevante delle elezioni dello scorso 25 settembre è stata la crescita dell’astensionismo. La maggioranza netta degli elettori, pari al 36,09%, il più alto livello di astensionismo nella Storia della Repubblica italiana, ha scelto di non recarsi alle urne per testimoniare il rifiuto di tutti i partiti e dell’insieme del sistema di potere.
Gli astenuti sono in assoluto la realtà politica più cospicua degli italiani che emerge dalle elezioni, espressione della scelta deliberata di oltre un terzo dei cittadini di non andare a votare. Mai come oggi è del tutto palese che l’astensionismo è stata una scelta e non invece espressione di disinteresse; una scelta a cui si è costretti quando non ci si sente rappresentati da nessun partito e non ci si riconosce nell’insieme del sistema di potere concepito non più che democrazia ma come la dittatura della partitocrazia consociativa.

Ho indicato le scelte fatte da due intellettuali amici, Marcello Veneziani e Silvana De Mari.

Marcello Veneziani lo scorso 23 settembre, a 48 ore dalle elezioni, scrisse: «Dai, per una volta, chiudiamo gli occhi, sospendiamo lo spirito critico e diciamo: speriamo che vinca Giorgia Meloni. Speriamo che il centro-destra abbia la maggioranza assoluta. Nonostante tutto e tutti. Lo diciamo dopo aver espresso negli anni critiche ampie e motivate, dopo aver riconosciuto le ragioni di chi si astiene o vota per protesta».
Anche se, attestando la sua onestà intellettuale, concluse così: «Poi potrà accadere di tutto. Che sia impossibile per la destra governare, che non sia in grado di farlo o già di formare un suo governo, che non abbia coraggio, credibilità e intelligenza per farlo, che non abbia adeguati interpreti, che ceda ai compromessi e accetti di ripiegare sulla libertà vigilata, governi a mezzadria, sotto controllo….O che subisca un tale attacco concentrico, interno e internazionale, da doversi arrendere, arretrare, ripiegare. Non ci facciamo illusioni, tra direttive europee e atlantiche, agende Draghi, suggerimenti del Quirinale, poteri sovrastanti, cupole….Andare al governo non significa andare al potere, sono due cose diverse; il potere circonda da ogni lato il governo, lo sovrasta, lo attornia, gli sta sotto. E l’Apparato, pur trescando sottobanco con i possibili vincitori, è schierato compatto contro la Meloni e il suo mondo, mentre non ha alcun timore se prende voti qualche partitino antisistema, perché non inciderebbe sui suoi piani».

Silvana De Mari, in un suo video aveva annunciato che avrebbe raccolto le firme per “Italia Sovrana e popolare” di Francesco Toscano. Poi alle elezioni del 25 settembre ha votato Fratelli d’Italia. La tesi della mia amica De Mari è che in politica si può fare un passo alla volta, che può forte sarà Fratelli d’Italia più potrà andare avanti.
Il problema è che Fratelli d’Italia sta andando avanti nella direzione sbagliata, sta facendo più o meno le stesse cose che faceva il precedente Governo di Mario Draghi, che è il vero “tutore” e “garante” di Giorgia Meloni negli ambienti della grande finanza di cui Draghi è il più autorevole e altolocato rappresentante in Italia.

L’esperienza conferma che questo Stato è collassato, che la nostra civiltà è decaduta, che la democrazia è marcia, che la Giustizia è morta, che, soprattutto, siamo una popolazione condannata a estinguersi senza che nessun partito assuma questa realtà come la vera emergenza e la vera priorità della politica.
L’esperienza attesta che questo sistema di potere corrotto e corruttore non è riformabile dall’interno delle sue istituzioni.

La Casa della Civiltà ha il dovere di proseguire sulla retta via, che mira alla ricostruzione dalle fondamenta l’insieme del sistema di potere.
Dobbiamo proseguire nella Formazione culturale per acquisire la corretta rappresentazione della realtà ed elaborare la proposta che si traduca nella prospettiva di una vita qualitativamente migliore.
La Formazione culturale e la successiva Mobilitazione civile, sono attività operative concrete, per consolidarci sul piano qualitativo e crescere sul piano quantitativo.

Ho anticipato che da gennaio riprenderò la Diretta “Mezz’ora culturale”, utilizzando la piattaforma Zoom e diffondendola sui principali “social”.

Mi auguro di poter pubblicare il mio nuovo libro, dopo tre anni di pausa, per la Primavera. Avrà come titolo “Un miracolo per l’Italia” e illustrerà la proposta della Casa della Civiltà. Lo presenterò ovunque in Italia e sarà l’occasione per far conoscere e far crescere la Comunità della Casa della Civiltà.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Presidente e Fondatore della Casa della Civiltà

Sabato 17 dicembre 2022

2 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “La Casa della Civiltà nel 2023 proseguirà sulla retta via, con la Formazione culturale e la Mobilitazione civile, per consolidarsi qualitativamente e crescere quantitativamente”

  1. Concordo con la linea di avanzamento attivo delle opere verso gli obbiettivi ideali e strategici della nostra Casa della Civiltà, ben espresse dal Presidente Magdi.
    Riconfermo il mio impegno per quanto posso attivo nella Comunità. Solo volevo fare qualche osservazione politica contingente, sul passato prossimo. Fa bene Magdi a criticare le varie posizioni politiche deluse dalle votazioni ed accentuare il valore dell’astensionismo.
    Personalmente ho votato un movimento antisistema, ma non mi sento un credulone, ben sapendo le scarse possibilità che si aveva in quelle condizioni contingenti per avere risultati incisivi, dove da una galassia indistinta e varia, in pochissimo tempo, senza appoggi mediatici, anzi ostracismo ed oscuramento, si sono coagulate ben 4 formazioni distinte, personalistiche, che hanno disorientato il possibile bacino antisistema, ottenendo solo risultati marginali.Concordo che se fossero entrati dentro questo sistema marcio eterodiretto, ben poco comunque avrebbero potuto fare, ma almeno un qualcosa di più che il sostituire Speranza, forse sì, magari cacciare accoliti dello stesso e virostar, se non altro per decenza. È comunque sbagliato in primis il sistema elettorale che toglie rappresentanza sotto una certa soglia, toglie autonomia decisionale ai votanti, è fatto solo per autoperpetuare i partiti soliti, che decidono tutti i candidati come vogliono, chi vogliono, nelle liste. Un sistema bloccato tutt’altro che democratico. E allora, astensione?
    Certo come motiva Magdi, ha pienamente ragione. Rilevo solo che un po’ da sempre sentivo dire da chi non votava :”Tanto non cambia nulla”…. “Tanto son tutti uguali… tutti lì per mangiare..” e in gran parte è vero.
    Però quando chiedevo chi e cosa avrebbero voluto, quali programmi, in pratica cosa proponevano, ottenevo generiche battute, silenzi, improponibili idealismi fuori dalla realtà, ecc. Pochissimi erano e sono quelli come Magdi che hanno chiare le idee, le critiche, le proposte.
    L’astensione è al 36%, ma se arrivassimo a potere cambiare le cose, penso che il seguito consapevole tra chi si astiene sarebbe ridotto a molto meno ed ancor meno tra chi si rimbocca le maniche, come si dice. Ed è solo tra questi che puoi contare. Anche l’astensione ha molte teste e molte motivazioni, e visto cosa succede oggi è certamente destinata a crescere, ma non sarà mai un partito univoco determinato, come possiamo essere noi della nostra Comunità. Che non a caso siamo pochini, anche se non dubito cresceremo. Soprattutto e spero qualitativamente.
    Non commento le scelte personali di Silvana e Marcello, in quanto contingenti e personali. Quella di Marcello mi sembra più storico politica consequenziale. Ma guardare al passato in votazioni che decidono il futuro, è spesso ingannevole. La Meloni, per esempio prima delle elezioni, andò ad assicurarsi l’appoggio americano, poi europeo e dello stesso Draghi, evidentemente rassicurando sulla continuità delle agende imposteci. Sapendo bene che in Italia, colonia Atlanto-europea, non si va al governo, né si dura senza il loro placet. Né dei lacchè, anche interni.
    Il resto è teatrino politico con sfide ammaestrate. Per questo non l’ho votata.
    Per questo sono convinto che il nostro Programma sia l’unico perseguibile, perché l’unico di buon senso, che privilegia l’uomo e il suo sviluppo, il suo senso e divenire ultimo. Il senso vero del Bene Comune.
    Mancano i soldi, ma non il Valore!!! Ed è questo che ci deve far onore.
    Su questo avrei altri appunti, ma sono già troppo lungo. Buon fine settimana, Amici.

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