MAGDI CRISTIANO ALLAM: “L’arcivescovo Broglio suggerisce le dimissioni di Papa Francesco. Per il cardinale Kasper ci sono «scismi di fatto». Il cardinale Muller dice che la Chiesa «non è un partito o una Ong»

Cari amici buongiorno e buona domenica del Signore. Com’era prevedibile, la morte di Benedetto XVI ha fatto esplodere il conflitto in seno alla Chiesa cattolica tra tradizionalisti e progressisti, destra e sinistra, due comunità religiose che hanno una concezione contrapposta sulla società e il futuro dell’umanità, temi apparentemente laici ma che di fatto celano una diversa visione della spiritualità cristiana.

Ieri su “la Repubblica”, l’arcivescovo Timothy Paul Andrew Broglio, Presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, che è un tradizionalista, ha ammesso che «ci sono tensioni tra progressisti e conservatori», e ha evocato la possibilità delle dimissioni di Papa Francesco: «Forse la possibilità di un ritiro sarebbe più fattibile adesso che non c’è più il Papa emerito, ma questo ovviamente è pura speculazione perché non ho idea cosa ne pensi papa Francesco. Mi sembra uno che va avanti. Però ho visto anche la difficoltà, il fatto che non celebra: sono tutti elementi di un lavoro pastorale normale che mancano. Ma ovviamente è sempre lui che decide se ha le forze di continuare o no».

Ma il cardinale Walter Kasper, teologo, già Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, attualmente membro della Congregazione per la Dottrina della fede, in una intervista a Repubblica pubblicata oggi a firma di Jacopo Scaramuzzi, non crede che Papa Francesco sia intenzionato a dimettersi: «Non so se il suo pontificato ora cambi o no, bisogna aspettare e vedere, non posso anticipare il Papa. Ma no, non credo che rinuncerà. Lui stesso ha detto esplicitamente che al momento non ha questo intenzione. Rinuncerà se non sarà più capace di affrontare le sfide del suo pontificato, sì, ma adesso va avanti. Vuole portare avanti il processo sinodale della Chiesa universale, fa già riflessioni sull’anno santo del 2025, giubileo del Concilio di Nicea. Al momento non è pronto a fare una rinuncia, se sarà necessario sì ma adesso no: come lui dice, non si governa con le gambe ma con la testa».
Il cardinale Kasper ammette che nella Chiesa cattolica c’è uno scontro tra conservatori e progressisti: «È ovvio che c’è uno scontro tra due sensibilità diverse, i cosiddetti progressisti e i cosiddetti conservatori, ma abbiamo bisogno di continuare il dialogo tra posizioni differenti, perché questi scontri non fanno bene alla Chiesa».
Arriva a parlare dell’esistenza di «scismi di fatto» ma non di «scisma reale»: «Io non parlo di scisma, forse ci possono essere degli scismi di fatto, ma non bisogna esagerare la situazione. Solo se la comunione eucaristica è interrotta si può parlare di scisma reale, ma questo non è il caso adesso: ancora parliamo e celebriamo insieme l’eucaristia. C’è una diversità di opinioni che non è certo una novità nella storia della Chiesa. In ogni Chiesa possono esserci preoccupazioni diverse: negli Stati Uniti, in Germania, ma anche in Africa, in Asia… il problema di oggi è che c’è una pluriculturalità della Chiesa e questo è molto difficile da coordinare e pacificare. Ma la pluralità non deve diventare uno scisma».
Conclude che il Sinodo globale indetto da Francesco sarà la sede per ricomporre le divisioni: «Il Sinodo è un modo per superare questi problemi: bisogna parlarsi, discutere dei problemi, e poi anche trovare dei compromessi. Ognuno ha la sua convinzione ma si deve anche rispettare l’altro, dialogare: questo è quello che vuole il Papa con questo processo sinodale».

Il cardinale Gerhard Müller, teologo, Prefetto Emerito della Congregazione per la Dottrina della fede, dell’ala conservatrice, in un’intervista di Domenico Agasso pubblicata ieri su “La Stampa”, conferma che «purtroppo ci sono queste tensioni» tra conservatori e progressisti.
Ritiene che «il Papa abbia commesso un’imprudenza, perché non ha tenuto conto di alcune sensibilità dentro la Chiesa, quelle dei fedeli affezionati alla liturgia antica. (…) Non è stato prudente insistere con intransigenza nel disciplinare i cosiddetti tradizionalisti». A suo avviso Papa Francesco deve «essere più attento a ogni sensibilità, anche quelle più lontane dalle sue, in modo da provare a tenere tutti uniti. Ascoltare tutti, compresi quelli che non la pensano come lui».
È contrario al Sinodo e invoca un Concilio ecumenico: «Non siamo un’organizzazione politica o meramente umana, ma una creazione di Gesù Cristo» con il compito di «operare per la salvezza eterna dell’umanità».
Teme la «confusione dottrinale. Dobbiamo riprendere la strada dei grandi Concili ecumenici. Il Papa, ogni Papa, deve essere al servizio dell’unità della Chiesa e della fede rivelata». La prima missione del Pontefice è «predicare il Vangelo». E la dottrina della Chiesa «non è il programma di un partito politico, i politici spesso cambiano idee a seconda dei gusti degli elettori. La Dottrina della Chiesa è l’espressione della Parola di Dio, e noi, gli uomini, non possiamo completare, correggere o modernizzare la Parola di Dio». Solo la si può spiegare «in modo più chiaro nelle sfide del mondo contemporaneo». Ma non c’è «possibilità di cambiare la rivelazione in Gesù Cristo». Rivolgendosi alla stampa americana, Muller ha così sintetizzato la sua opposizione al Sinodo indetto da Papa Francesco: «Siamo un partito o una Ong che può cambiare idea sulla base di una consultazione popolare?».

L’11 ottobre 2022, intervenendo sulle divisioni in seno alla Chiesa tra tradizionalisti e progressisti, aveva denunciato «il diavolo che vuole seminare la zizzania della divisione»: «Il Concilio ci ricorda che la Chiesa, a immagine della Trinità, è comunione. Il diavolo, invece, vuole seminare la zizzania della divisione. Non cediamo alle sue lusinghe, non cediamo alla tentazione della polarizzazione. Quante volte, dopo il Concilio, i cristiani si sono dati da fare per scegliere una parte nella Chiesa, senza accorgersi di lacerare il cuore della loro Madre! Quante volte si è preferito essere “tifosi del proprio gruppo” anziché servi di tutti, progressisti e conservatori piuttosto che fratelli e sorelle, “di destra” o “di sinistra” più che di Gesù; ergersi a “custodi della verità” o a “solisti della novità”, anziché riconoscersi figli umili e grati della santa Madre Chiesa. Tutti siamo figli di Dio, tutti siamo fratelli nella Chiesa».

Cari amici, all’indomani della morte di Benedetto XVI è esploso lo scontro tra “conservatori” e “progressisti”, rimasto sopito e latente fintantoché è stato in vita. Siamo probabilmente solo all’inizio della resa dei conti tra due visioni opposte non solo della vita ma anche della fede. Il pericolo dello scisma è stato ripetutamente evocato nel corso del pontificato di Francesco.
Noi ci auguriamo che la Chiesa faccia la Chiesa e cessi di essere una fazione ideologica che concorre all’affermazione del Nuovo Ordine Mondiale del tutto scristianizzato e disumano.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Presidente e Fondatore della Casa della Civiltà

Domenica 8 gennaio 2023

4 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “L’arcivescovo Broglio suggerisce le dimissioni di Papa Francesco. Per il cardinale Kasper ci sono «scismi di fatto». Il cardinale Muller dice che la Chiesa «non è un partito o una Ong»

  1. Mi e ‘ sfuggito chiudendosi la pagina,quanto avevo gia’ scritto. No lo riscrivero’ ma condenso le cose in soldoni.
    Condivido quanto scritto dagli Amici qui, e ringrazio in special modo Euro per le informazioni speranzose anche con una profezia che ci da’. Speriamo sia cosi’.
    Avevo un dubbio e cioe’ se ora che purtroppo viene a mancare Papa Benedetto , detentore del Munus mentre Francesco aveva solo il Ministerium tramite elezione del Conclave,come nella Declaratio anche in latino, dove Benedetto dice di rinunciare al Ministerium ( e non al Munus) che Lui si presume deteneva ancora pur servendo la Chiesa in preghiera ed intelletto, mentre il Ministerium doveva andare ad un eletto ” da quelli a cui spetta”, mi chiedevo se ora il Munus passa direttamente a Francesco, o come forse sarebbe piu’ giusto, dovesse appunto rinunciare ed esservi un Conclave che elegga o confermi il Papa regnante o ne elegga uno nuovo. Certo sarebbe difficile che fosse qualcuno non della linea di Francesco, visto che Lui ha gia’ nominato 85 cardinali elettori del suo giro, mentre un Papa di unita’ e conciliazione della Chiesa , dovrebbe essere un Pastore autorevole, che riunifichi e non divida le posizioni e la Chiesa, lasciando a tutti la giusta partecipazione ed importanza e recuperando gli insegnamenti millenari del Magistero,vivificati non con relativismo e modernismo mondano ed essenzialmente ateo o massonico, ma con la riscoperta della Fede e di Cristo proclamato al mondo fino anche al sacrificio e con la Verita’ che dica sì se e’ sì oppure no se e’ no. La diatriba tra tradizionalisti e progressisti viene da lontano,dal Concilio Vaticano II, anzi si concreta nel post Concilio. Lo so bene perche’ in Parrocchia avevamo costituito un gruppo ‘progressista’, contestatore, perche’ contestavamo alla Chiesa paludata , racchiusa nei riti vecchi senza attrattiva per i giovani, attenta piu’ al potere mondano, al collateralismo politico, agli affari, una Chiesa che non guardava ai poveri, ma al potere, l’accusa di aver appunto voltato le spalle a Cristo,ai poveri e al suo annuncio della Buona Novella. E lo facevamo con iniziative spesso dirompenti, tanto da avere cappellani attivissimi con noi, uno poi diventato prete operaio pur rimanendo cappellano . Erano i tempi dell’Isolotto di Firenze, e dell’inizio di Sant’ Egidio a Roma, ed altre realta’ sparse in Italia nate sulla scia delle speranze del Concilio.
    Fummo osservati speciali della Diocesi e Curia di Venezia ben noti in tutta la provincia ed oltre. Fino a Taize’ in Francia, la Comunita’ monastica di Enzo Bianchi a Bose in Piemonte.
    Fummo anche i primi ad andare a conoscere il ,allora ancora Vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani, poco dopo Patriarca di Venezia , poi Giovanni Paolo I°, che da Patriarca una sera fu tra noi e gli facemmo perdere la pazienza ed infuriare ,con le accuse al potere della Chiesa ed alla scarsa attenzione per i poveri,anche se ci dispiacque , ma non potevamo stare zitti allora, nemmeno se fosse stato gia’ Papa.
    Poi sapendo certe cose, capii la sua pazienza e sopportazione e la sua lotta che intimamente forse condivideva con noi, anche se doveva proteggere l’ Istituzione a cui era chiamato.
    La Chiesa non puo’ cedere al mondo, regno del Maligno, ma non puo’ nemmeno restare chiusa a riccio nel passato, ma deve proclamare Cristo ed usare solo i mezzi mondani utili alla sua predicazione, senza farsi da essi condizionare,ne’ asservire al principale nemico,il denaro ed il potere. Attenzione privilegiata ai poveri,ai bisognosi certo ,ma senza divenire una ONG od un sindacato o partito idealizzato. Senza quindi rifiutare o lasciare indietro alcuno, senza negare preghiera e riti tradizionali secondo le diverse sensibilita’ e rapporti interiori con la propria anima. Questo richiede al Buon Pastore un Cuore grande rivolto ai fratelli e figli e che li conduca sulla strada di Dio, Via,Verita’ e Vita.
    Credo che Mùller sia il piu’ vicino al mio pensiero, anche se apprezzo la combattivita’ di Monsignor Vigano’.
    Preghiamo di uscire presto dal dissidio, che di guerre varie non abbiamo ulteriore bisogno.

  2. Ecco una profezia:
    “Il Pastore che Dio ama e sceglie entrerà nel tempio all’ora stabilita; purificherà e riformerà la Chiesa e tutti rimarranno ammirati e stupiti… egli imiterà il Signore nella realtà con la parola e l’esempio, purificherà il mondo dai molti errori, insegnerà tutti i segreti che sono ancora nascosti sulla creazione degli Angeli. Roma verrà rinnovata in questi giorni e presiederà il mondo intero.
    Questo pastore sarà assimilato al re Davide, perché, come quest’ultimo aveva riformato l’antica Gerusalemme, quello riformerà la nuova Gerusalemme, vale a dire Roma e la Chiesa. E sarà il vero Figlio della Chiesa, e il Pastore accettato da tutti, da Dio e dagli uomini; il Signore gli darà la grazia e la prudenza, e libererà le sue labbra e la sua lingua… Unirà la Chiesa occidentale con quella orientale in un’unione perpetua; creerà dieci cardinali nei paesi orientali e stabilirà in Occidente due grandi patriarcati. Tra quelli che lo assisteranno, ci saranno sette prelati molto degni, simili ai sette angeli che stanno davanti a Dio. Manderà legati apostolici nell’universo, per prendersi cura delle pecore di Dio; ritorneranno la pace universale e la riforma…
    Con il Grande Pastore sorgerà il Grande Re, che otterrà il regno della nuova città; e poco tempo dopo appesantirà la mano sugli infedeli, in Africa e poi in Europa. Farà fiorire la fede e sarà amato da tutti perché le sue azioni susciteranno ammirazione. Allora la volontà di Dio sarà compiuta perfettamente. Sarà necessario che la concordia e un’unione perfetta vengano pienamente stabilite, prima che ci sia un solo gregge… le sette cesseranno di esistere, l’unità primitiva verrà ristabilita, tutte le membra dipenderanno dallo stesso capo e tutti gli ovili particolari faranno parte dell’unico ovile di Cristo.”
    XIII secolo, rivelazione dell’Arcangelo Gabriele a Sant’Amadio degli Amidei”.

  3. Il fatto è che il “munus”, passato di Papa in Papa fino ai nostri giorni, se n’è andato con Papa Benedetto XVI e ci vorrà un intervento Divino per ripristinarlo. Mi riferisco al fatto che dovrebbe essere fatta coraggiosa chiarezza su questa situazione e non vedo la luce in tal senso. Siamo o non siamo in “sede vacante? Le profezie si avvereranno? Riusciranno i cristiani a non sparpagliarsi mantenendo salda la Fede? Io non so ovviamente rispondere e prego solo il Signore che mi mantenga salda la Fede. Una cosa è certa, la Chiesa rimarrà per un certo tempo orfana del Vicario di Cristo perché Bergoglio ritengo sia un antipapa e continueremo a sentire e vederne delle belle…del resto finora Bergoglio non si è per nulla risparmiato.

  4. Carissimo Magdi, credo che i cosiddetti “tradizionalisti”, che comunque riconoscono Bergoglio come papa, non hanno ancora compreso che costui non ha nulla a cui rinunciare, poiché Benedetto XVI non ha mai abdicato e dunque Bergoglio non poteva diventare papa. Egli è quindi un antipapa e la sua linea successoria genererà comunque un antipapa. Peraltro, come emerge dalle dichiarazioni rese prima di morire dal cardinale Danneels, Benedetto XVI fu costretto a dimettersi da una cupola di 11 cardinali nota come Mafia di San Gallo. La medesima cupola mafiosa decise anche che Bergoglio sarebbe stato il successore di Papa Benedetto.
    Proprio questa mattina leggevo un sunto delle dichiarazioni di Danneels sul canale del nostro amico Leonardo Guerra.
    Della cupola mafiosa facevano parte, tra gli altri, oltre allo stesso Danneels, anche KASPER e BERGOGLIO. Costoro sono tutti incorsi nella scomunica latæ sententie disposta nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, emanata di Giovanni Paolo II.
    Peraltro non mi risulta che alcuno in Vaticano abbia mai smentito le dichiarazioni di Danneels, se non con vaghe accu se di rimbambimento senile a carico di questo cardinale.
    Un’ultima annotazione di colore: avete notato il cognome di colui che ha suggerito le dimissioni? Nomen Omen….

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