Nel giardino della vita
Gli anni
Crescono come i fiori
Ogni tanto
Senza fermare la corsa
Li raccogliamo insieme
Per contarli
Nuove cure
Amori
Gioie
Sensazioni
Vecchie passioni
Di mete ambite
Lontane quasi secoli da noi
Poi
Dopo la breve memoria
Irrorati di tenue speranza
Li rimettiamo al loro posto
Diligentemente
Sui gradini della serra
Dei nostri rimpianti
Spettri vicini al tenue fruscio del
Respiro della luce
Caratteri sbiaditi
Fra le nuvole grigie
Dell’oblio
Nessuno rileggerà questi
Teneri
Inconsolati lamenti
Il tempo scorre
Ignaro
Con il complice silenzio dell’anima
Sul sentiero
Impervio della sorgente
Il volo di un gabbiano
La melodia delle volute
Nel cielo addormentato
L’eco sommessa
E insistente di una preghiera
Incoronano
L’inerte
Solenne
Solitudine
Del sogno
LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Gli anni della vita”
4 commenti su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Gli anni della vita””
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Un momento che si culla nel tempo dei ricordi. Sensazioni in surplass e molteplici immagini di vita che lascia il segno e si rimira nello specchio umido del sogno a riconoscersi nella luce cadente e nel gabbiano che grida il nostro nome e ci accompagna con una preghiera.
Grazie Gianni per queste tue parole. Certamente mi fanno piacere non tanto a livello di narcisismo ma a un livello che io considero il mio obiettivo che è quello di percepire in altre persone le vibrazioni spirituali che mi suggeriscono le mie riflessioni. In fondo il tema , come spesso nella vita reale, è molto semplice. Non ci sono filosofie sofisticate e nascoste, enigmi di difficile comprensione… Qui abbiamo per esempio gli anni della nostra vita esibiti e rivissuti come un mazzo di fiori , gli stessi colori e gli stessi profumi che ritornano insieme alla saggezza del “dopo partita”, alla serra degli eventuali rimpianti e all’eco sommessa di una preghiera. Cullo l’ambizione di poter dimostrare attraverso semplici riflessioni liriche il ritorno insistente nella nostra mente di immagini che sfumano nei loro contenuti a favore del miracolo della nostra irripetibile e straordinaria consistenza spirituale.
Sai Giorgio, mi rendo conto che torno ai fiori di quando ero più giovane più frequentemente di quanto ami ammettere. Però io li custodisco e spero di riuscire a trasmettere un ricordo, anzi una testimonianza della mia esistenza, che non svanisca come i sogni ma che si mantenga vivo nella memoria.
La tua testimonianza, caro Giorgio, sono queste splendide poesie, che ogni mattina mi allietano l’ingresso nel nuovo giorno.
Cara Andreina,
Accade che per strane combinazioni e intrecci psicologici noi tutti quasi non ammettiamo il beneficio terapeutico del ricordo. Molte volte ci fa più comodo il buio dell’oblio perché non di tutto ciò che abbiamo vissuto riteniamo di poter andare orgogliosi …Ebbene io cerco, attraverso queste mie riflessioni, di suscitare amore e rispetto nei confronti dei nostri ricordi che tu (e mi piace l’immagine) custodisci per trasmettere ad altri il sapore e il significato più profondo delle tue esperienze. Far diventare lirismo e poesia l’immagine dei nostri ricordi è l’ambizione e il parafarmaco che io coltivo per curarmi dalla tendenza alla tempesta e dai silenzi fragorosi della vita quotidiana di oggi che non disdegna di mostrare in svariate quanto troppe occasioni la decadenza di cui tutti diventiamo giocoforza vittime sacrificali. Grazie delle tue parole che indubbiamente mi motivano aiutandomi a perseverare nei miei propositi.