Cari amici, buongiorno. Spero che abbiate trascorso una Buona Pasqua di Resurrezione e una Buona Pasquetta di conferma della Vita eterna. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Rientra oggi in Italia la salma di Alessandro Parini, 35 anni, avvocato, di Roma, ucciso in un attentato terroristico islamico sul lungomare di Tel Aviv, investito da un’auto, una Kia bianca, che correva a forte velocità scagliandosi a due riprese contro i passanti, venerdì scorso, il terzo venerdì del mese del digiuno islamico del Ramadan.
L’attentato, che ha provocato il ferimento di sette persone, tra cui due italiani, è stato subito accolto con giubilo dalle due principali organizzazioni terroristiche islamiche palestinesi.
Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, ha espresso il suo compiacimento, pur non rivendicandone la paternità. Il suo portavoce, Abdel Latif Qanua, ha affermato che si è trattato di una «operazione di alto livello nel cuore della entità sionista, a Tel Aviv». Dopo aver rilevato che si tratta del secondo attentato dopo quello in Cisgiordania in cui sono rimaste uccise due giovani sorelle israeliane, Qanua ha sostenuto che «questi episodi dimostrano il livello raggiunto dalla resistenza dei giovani per colpire gli occupanti».
La Jihad Islamica ha detto che si è trattato di una «operazione eroica» e ha esultato sostenendo che «La nostra “Spada di Gerusalemme” viene innalzata ovunque».
Dagli altoparlanti delle moschee di Gaza sono stati rilanciati messaggi di compiacimento: «È una operazione che riscalda i cuori di ogni musulmano».
Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu in un messaggio di cordoglio ha denunciato che «Subito dopo l’attentato terroristico i palestinesi hanno iniziato a distribuire dolciumi per celebrare l’assassinio di Alessandro Parini».
Sui giornali israeliani è stato pubblicato il necrologio del Governo d’Israele per la barbara uccisione di Alessandro Parini: «Il Governo e il popolo di Israele sono a lutto per la morte di Alessandro Parini, cittadino italiano, che è stato ucciso in un attentato terroristico venerdì sera sul lungomare di Tel Aviv da un maledetto terrorista. Il Governo e il popolo di Israele partecipano allo strazio indicibile della famiglia colpita».
Colpisce il fatto che il terrorista islamico, Yousef Abu Jaber, era un arabo-israeliano di 45 anni, con cittadinanza israeliana, padre di sei figlie, e lavorava come bidello in una scuola, residente a Kafr Qassem, a est di Tel Aviv. Era stato arrestato per rissa nel 2017. Lavorava da alcuni anni come bidello in una scuola media a Kiryat Ono, un sobborgo di Tel Aviv. «Conoscevo Yousef Abu Jaber, era una persona molto carina con tutto lo staff. Molte cose non sono ancora chiare. Non avrei mai immaginato che fosse un potenziale terrorista», ha detto una dipendente della scuola a Ynet. Studenti e insegnanti della scuola, riferisce il sito, raccontano che l’uomo amava ridere e ballare. E che due anni fa aveva invitato a casa sua gli insegnanti a condividere l’Iftar, il pasto che segna la rottura del digiuno diurno del Ramadan.
La famiglia di Abu Jaber ha negato che si sia trattato di un attentato terroristico e afferma che l’uomo avrebbe sofferto un colpo di sonno o sarebbe stato colpito da un ictus cerebrale. Tuttavia la Polizia di Tel Aviv ha escluso l’ipotesi dell’incidente stradale. Le indagini della Polizia attestano che Abu Jaber abbia agito in modo premeditato, scagliandosi intenzionalmente contro la folla. Gli accertamenti compiuti rivelano che Abu Jaber aveva guidato ad alta velocità fin dal suo luogo di residenza, la città collinare araba di Kafr Kassem, verso il lungomare di Tel Aviv. E specificano che Abu Jaber «ha rapidamente manovrato tra i blocchi di cemento sui marciapiedi per raggiungere di proposito la pista ciclabile e colpire quante più persone possibile. Mentre guidava all’impazzata ha intenzionalmente accelerato e ha colpito un gruppo di persone. Ha poi continuato ad accelerare e ha colpito ancora un altro gruppo».
Gli accertamenti sul corpo di Alessandro Parini hanno confermato che è stato l’impatto con l’auto a ucciderlo, non uno dei proiettili esplosi nel panico dell’evento. L’Istituto di Medicina legale Abu Kabir ha chiarito che non è stato rinvenuto nessun proiettile né in punti vitali né alla gamba. Sulla salma, invece, sono state trovate ferite compatibili con l’impatto violento contro l’auto.
Di fronte all’evidenza che si è trattato di un attentato terroristico islamico, approvato pubblicamente e euforicamente da Hamas, il Governo italiano e l’Unione Europea, che continuano a donare centinaia di milioni di euro all’Autorità Nazionale Palestinese e a Hamas, hanno il dovere di condannare pubblicamente e formalmente l’operato di Hamas, di esigere la condanna dell’Autorità Nazionale Palestinese. Hamas controlla un territorio dove risiede un milione e mezzo di palestinesi. Ha il proprio Governo e sedi ufficiali, pur trattandosi di una entità iscritta nell’elenco delle organizzazioni terroristiche dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
L’attentato perpetrato con un’auto lanciata a forte velocità contro la folla, è una tecnica introdotta dall’Isis (Stato islamico in Iraq e Siria) e attuata in diversi attentati, anche in Europa, con bilanci sanguinosissimi.
Il 14 luglio 2016 a Nizza, durante i festeggiamenti per la Festa nazionale, un camion si lanciò sulla folla lungo la Promenade des Anglais e provocò la morte di 86 persone, tra cui 6 italiani, ferendone altre 434. L’autista, il tunisino residente in Francia Mohamed Lahouaiej Bouhalel, fu bloccato e ucciso dalla polizia. L’attentato fu rivendicato dall’Isis.
Il 19 dicembre 2016 a Berlino un tir si schiantò volontariamente contro la folla in un mercatino di Natale nel quartiere di Charlottenburg, vicino alla Chiesa del Ricordo, causando 12 morti, tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo, e 56 feriti.
Il 22 marzo 2017 a Londra Khalid Masood, 52 anni nato in Inghilterra e abitante a Birmingham, falciò con un Suv diverse persone sul ponte di Westminster che attraversa il Tamigi davanti al Big Ben, uccidendo 4 persone e ferendo altre 40 davanti al Parlamento di Westminster.
Il 7 aprile 2017 a Stoccolma il 39enne uzbeko Rakhmat Akilov, simpatizzante dell’Isis, la cui domanda d’asilo era stata respinta ed era ricercato per essere espulso, alla guida di un camion rubato si gettò sulla folla in una strada pedonale per schiantarsi contro la vetrina di una catena di supermercati, uccidendo 5 persone e ferendone 15.
Il 3 giugno 2017 a Londra tre uomini a bordo di un furgoncino prima investirono i pedoni sul marciapiede del London Bridge, in pieno centro, per poi schiantarsi contro il pub Barrowboy and Banker. I tre uomini, armati di coltelli, proseguirono quindi a piedi verso Borough Market, area affollata di bar e locali frequentata anche da molti turisti, accoltellando i passanti. I tre, che indossavano cinture esplosive false, vennero uccisi dalla polizia. In totale ci furono 8 morti e 48 feriti. L’attentato fu rivendicato dall’Isis.
Il 17-18 agosto 2017 a Barcellona nel pomeriggio un camioncino investì la folla sulle Ramblas, nel cuore della capitale catalana, mentre la sera verso mezzanotte un’Audi A3 si schiantò contro i pedoni sul lungomare di Cambrils. In totale ci furono 15 morti e un centinaio di feriti. Tra le vittime anche 3 italiani, i giovani Luca Russo e Bruno Gulotta, e l’80enne Carmen Lopardo residente in Argentina. I terroristi furono uccisi dalla Polizia.
Cari amici, il terrorismo islamico che venerdì scorso ha colpito Israele e ha ucciso il nostro connazionale Alessandro Parini, è la punta dell’iceberg della strategia di islamizzazione dilagante nel Mondo, per sottomettere l’intera umanità all’arbitrio di Allah e alla tirannia di Maometto. Questa strategia concerne in particolare l’Europa. Da 1400 anni l’islam persevera nell’obiettivo di conquistare e sottomettere anche l’Europa fondata su radici cristiane, dopo aver sottomesso la sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, le cui popolazioni erano al 98% cristiane fino al Settimo secolo.
Questa strategia si avvale sia dei “terroristi tagliagole”, quelli che sgozzano, decapitano, si fanno esplodere o investono deliberatamente la folla con un’auto, sia soprattutto dei “terroristi taglialingue”, quelli che riescono a imporci la legittimazione dell’islam come religione di pari valore del cristianesimo e dell’ebraismo, a concedere loro sempre più moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici, centri studi e di formazione, fino al loro inserimento nelle nostre istituzioni e la conquista del potere sfruttando la democrazia per sostituirla con la sharia, la legge islamica.
Ebbene, solo recuperando la certezza e l’orgoglio della nostra fede, delle nostre radici, della nostra identità, dei nostri valori, delle regole e delle leggi che hanno edificato la nostra civiltà, potremo riscattarci e porre fine alla realtà malefica insita nell’islam, che si sostanzia in ciò che Allah prescrive nel Corano e in ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
Solo se ci occuperemo e ci impegneremo per essere pienamente noi stessi a casa nostra, cesseremo di preoccuparci e di dover subire la violenza dell’islam, un sistema di potere che viola i valori fondanti della nostra umanità.
Andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»
Martedì 11 aprile 2023