LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Piloti che gente”

La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all’uomo.
(Milan Kundera)

Davanti
Nel fuoco di una corsa
Senza tregua
Freme la vittoria dell’uomo
Gladiatori inermi
Nell’abitacolo d’acciaio
Della macchina
Pronti a misurarsi con la sorte
Ai confini dell’impossibile
Nello spettacolo feroce
Immutabile e solenne
Della gara dell’anno
Odore acre di fumo
Che ti sale fino in testa
Come il sibilo straordinario dei motori
Uomini lanciati
Sull’anello d’asfalto rovente
Insidioso
A combattere le leggi invariabili del tempo
Cercano negli occhi ignari della folla
In tutti quei colori
La risposta all’ardore
E al coraggio della sfida
Alla vita
Una donna trepida
Stanca di coltivare la paura
Sorride d’amore e di speranza
Al bordo della pista
Ricordo poi un gigante buono
E quella fotografia
Davanti a una porta rossa
Della casa di Fiorano
Un cenno del capo
Tu sarai il più veloce
Come sempre
Sfuggirai alla stretta invincibile del sogno
chimera della passione
Correrà il suo ultimo sfrenato galoppo
E qualcuno taglierà anche oggi
Per primo
Il traguardo
Piloti
Pare portino in pista
Ogni volta
Il sacrificio del corpo
Oltre il limite dell’anima
Pochi metri forse
Giusto un battito per un posto sul podio
Ah
Che gente
*
“Piloti, che gente” è il libro che ho ricevuto in dono durante la mia visita a Maranello, ospite dell’Ing. Enzo Ferrari (autore del libro), per un incontro di collaborazione industriale .

Foto di copertina: Giorgio Bongiorno a Fiorano (MO) con Enzo Ferrari (1985)

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