LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Lasciare il molo”

Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.
(Mark Twain)

Sarà come lasciare il molo
Oltre quel lungo pontile
Deserto
Sotto nuvole piatte
Prima della grande tempesta
Abbandonare smarriti i colori del sole
Il sogno intimo della vita
Perdere in un attimo profondo
Impenetrabile
Il trepidante incanto della luce
Udire
Voci indistinte sempre più lontane
Refrain di canzoni dimenticate
Parole che ritornano nella mente
Dubbi incerti
Emozioni gelide
Fra le onde
Di amori distanti sfumati dai crudeli contorni del tempo
Passioni opache del ricordo
Ambizioni
Scolpite come statue grigie della memoria
Intrecci di danze e giochi
Altere icone di sentimenti
Infuocati
Ancora giovani e ribelli
Lacrime indulgenti
Nostalgie di tenui carezze
Spazzate via dal vento
Inesorabile della baia
Ansie di inquieti silenzi
Nella pace solenne dell’orizzonte
La spada di uno sguardo
Mai dimenticato
Pochi gridi insistenti degli ultimi gabbiani
Orfani della riva
Sono certo che allora
Per me
Sarà come lasciare il molo

Foto di copertina: “Lasciare il molo” dal web

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto