STEFANO DI FRANCESCO: “A chi giova il rialzo dei tassi delle banche centrali?”

Sono oramai trascorsi 15 mesi da quando la BCE e tutte le altre principali banche centrali al mondo, hanno deciso che per ridurre l’impatto dell’inflazione crescente, la mossa migliore da fare sarebbe stata quella dell’innalzamento dei tassi d’interesse, cresciuti in pochi mesi dallo 0% al 4,5%.

Purtroppo però, nonostante questa mossa di politica monetaria, i livelli d’inflazione sono rimasti piuttosto elevati e ben sopra il limite del 2% desiderato dalle banche centrali e che in alcuni Paesi, come l’Italia ad esempio, sono stabilmente sopra il 5%.

A far scendere il livello dei prezzi è stato in realtà un effetto secondario del rialzo dei tassi, ovvero l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie che, seppure differente da paese a paese, ha però ridotto i consumi e quindi la pressione sui prezzi.

Non vogliamo in questa sede tornare sull’utilità o meno della politica restrittiva della banche centrali per combattere una inflazione dovuta in Europa alla crisi energetica creata a tavolino con misure demenziali e autodistruttive per i paesi europei ( ovvero la demenziale transizione green e le misure adottate contro la Russia), mentre negli USA l’origine è da ricercarsi nell’eccesso di moneta presente nel sistema privato dovuta ai sussidi erogati per la pandemia.

Quello su cui vorremmo provare a ragionare brevemente è: MA ALLA FINE, CHI HA AVUTO UN VANTAGGIO NEL CICLO DI RIALZO DEI TASSI D’INTERESSE DELLE BANCHE CENTRALI?

Vediamo, procedendo per esclusione.

Gli STATI sicuramente NO, perché hanno dovuto collocare il loro debito offrendo interessi crescenti.

Le AZIENDE sicuramente NO, perché hanno visto crescere il costo dell’indebitamento con il quale programmano ed effettuano gli investimenti.

Le FAMIGLIE sicuramente NO, perché da un lato hanno dovuto contrarre mutui e finanziamenti a costi sempre maggiori, dall’altro non gli sono stati riconosciuti adeguati livelli di interessi attivi sui loro depositi in conto corrente.

Le BANCHE sicuramente SI, realizzando utili record. In Italia ad esempio, hanno ampliato il differenziale sui tassi a quasi il 2%, ottenendo guadagni consistenti, creando problemi a famiglie ed imprese ( tanto che in Italia le sofferenze bancarie sono in crescita, quasi un miliardi di euro in più rispetto al luglio 2022).

La conclusione che potremmo quindi suggerire è che L’INDIPENDENZA DELLE BANCHE CENTRALI E’ UNA FOLLIA ED A PAGARE IL CONTO SONO SEMPRE GLI STESSI, OVVERO FAMIGLIE ED IMPRESE.

3 commenti su “STEFANO DI FRANCESCO: “A chi giova il rialzo dei tassi delle banche centrali?”

  1. Buongiorno Stefano, pensi che il differenziale venga alzato dalle banche per protezione con eventuali ulteriori aumenti dei tassi (timore fisiologico) o perché le banche fanno cartello e alzano i tassi perché sanno che in Europa comunque nessuno le tocca?
    Ivano Ceci

    1. Buongiorno Ivano, potrebbe anche essere che le banche stiano praticando alti livelli dei tassi alla clientela in odore di un peggioramento del quadro economico generale. Tuttavia, la cosa di cui si dovrebbe chiamare le banche a rispondere come “cartello”, è come mai sui prestiti i tassi medi sono del 4% mentre quelli sui conti correnti sono bloccati all’1% e la differenza sono tanti miliardi di ricavi per gli istituti di credito.
      Insomma a pagare sono sempre i solti noti, famiglie ed imprese. Un abbraccio, Stefano

      1. Grazie Stefano, il comportamento ingiustificato che hai evidenziato è talmente logico che è imbarazzante che nessuno lo evidenzi in modo martellante a livello mediatico, e se questo non accade la situazione procede tristemente così. Ivano

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