Cari amici buongiorno e Shabbat Shalom. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Invito tutte le anime immacolate che aborriscono di per sé la guerra e, di conseguenza, condannano Israele perché fa la guerra per sconfiggere il terrorismo islamico che nega pregiudizialmente il suo diritto a esistere come Stato del popolo ebraico; le Nazioni Unite e le istituzioni internazionali che denunciano il “genocidio del popolo palestinese” e i “crimini di guerra” che sarebbero stati perpetrati da Israele; tutti i giovani e i meno giovani, soprattutto i loro “cattivi maestri”, figli e nipoti della catastrofe culturale relativista del Sessantotto, che affollano le manifestazioni di piazza e occupano le università a difesa della “Palestina libera”, consapevoli o meno che sottintende la distruzione di Israele; tutti i governi che ripetono come un mantra la formula salvifica dei «due Stati per due popoli», mettendo sul banco degli imputati Israele immaginando che sia Israele a impedirne l’attuazione;
invito tutti loro a leggere le dichiarazioni di due alti dirigenti di Hamas al New York Times l’8 novembre, in cui dicono esplicitamente che Hamas ha scatenato la guerra del terrore lo scorso 7 ottobre, culminata nel brutale eccidio di circa 1400 israeliani all’interno di Israele, perché intenzionalmente voleva provocare la violenta reazione di Israele, perché concepiscono che le migliaia di morti palestinesi sia un tributo da pagare per conseguire il loro vero obiettivo, che non è il bene dei palestinesi, ma «uno stato di guerra permanente» fino alla distruzione di Israele.
Nell’intervista al New York Times concessa a Doha, la capitale del ricco Stato del Qatar dove risiedono i capi di Hamas, Khalil al-Hayya, membro del Direttivo politico, e Taher El-Nounou, responsabile per la Comunicazione, hanno detto:
«Ciò che avrebbe potuto cambiare l’equazione era un grande atto e, senza dubbio, si sapeva che la reazione a questo grande atto sarebbe stata grande».
«Dovevamo dire alla gente che la causa palestinese non era morta. L’obiettivo di Hamas non è governare Gaza e portarle acqua, elettricità e cose del genere. Questa battaglia non è avvenuta perché volevamo carburante o manodopera, non cercava di migliorare la situazione a Gaza. Questa battaglia mira a ribaltare completamente la situazione. Provocare uno stato di guerra con Israele permanente su tutti i confini affinché il Mondo arabo sia costretto a schierarsi al nostro fianco».
Il testo della lunga intervista al New York Times è disponibile in rete e, grazie al traduttore automatico, la si può leggere anche in italiano.
https://www.nytimes.com/2023/11/08/world/middleeast/hamas-israel-gaza-war.html
Per Hamas le migliaia di palestinesi che muoiono nella prevedibile reazione militare d’Israele, sono un prezzo di sangue voluto e ricercato per aizzare la comunità internazionale contro Israele, per criminalizzare gli israeliani e gli ebrei ovunque nel mondo, con lo scopo dichiarato di provocare uno «stato di guerra permanente» che sfoci nella distruzione dello Stato di Israele, realizzando finalmente, per la prima volta nella Storia, uno “Stato della Palestina” esteso “dal fiume al mare”, ovvero dal Giordano al Mediterraneo, cancellando Israele dalla carta geografica.
Questo lo dice chiaramente Hamas. Ed è bene che tutti coloro che, per una qualsiasi ragione, condannano Israele o predicano l’immediato ritorno al tavolo dei negoziati, siano consapevoli che di fatto stanno sostenendo l’obiettivo dichiarato di distruggere Israele. Hamas non vuole né il bene dei palestinesi né uno Stato palestinese che coesista in pace con Israele. Vuole esclusivamente l’annientamento di Israele e lo sterminio degli ebrei, conformemente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto.
Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”
Venerdì 10 novembre 2023
Carissimo Magdi, concordo pienamente. Mi sconvolgono ancora di più le parole di oggi del presidente Mattarella in visita nel Uzbekistan
Pure lui ha ripetuto la frase “due popoli due nazioni “ sarebbe la soluzione del conflitto.
Credo fermamente che la situazione non potrà che peggiore se chi sta ai vertici delle Nazioni nulla ha capito di quello che sta succedendo. Se il governo confonde la guerra del popolo palestinese con la ferocia dei terroristi di Hamas … Israele ha tutto il sacrosanto diritto di difendersi.