SEGRE: “I giudici della Corte Suprema USA discutono sul futuro della pillola abortiva”

I giudici della Corte stanno discutendo se intraprendere una battaglia legale ad alto rischio che potrebbe portare a una decisione definitiva sull’approvazione federale del farmaco più comunemente usato per l’aborto farmacologico.
Nel corso del loro consueto incontro privato, i nove giudici esaminano tre diversi ricorsi che sollevano diverse questioni legali, incluso uno presentato da coloro che contestano l’approvazione originale della pillola di mifepristone da parte della Food and Drug Administration nel 2000. Gli altri due ricorsi presentati dall’amministrazione Biden e dalla casa farmaceutica Danco Laboratories cercano di sostenere le decisioni della Food and Drug Administration che hanno reso più facile l’accesso e l’uso della pillola negli ultimi anni. Danco produce la versione di marca della pillola, Mifeprex.
Anche la decisione della corte sull’opportunità di accogliere i ricorsi è di importanza pratica perché se i giudici decidessero di non intervenire nel contenzioso in corso, entrerebbe in vigore una sentenza della corte d’appello che limiterebbe la disponibilità del farmaco per posta.
Nel valutare i tre ricorsi, i giudici potrebbero scegliere di tener conto dell’approvazione FDA del 2000 o concentrarsi solo sui cambiamenti più recenti, inclusa una decisione del 2021 che aveva reso possibile l’accesso alla pillola tramite posta.
La corte, che ha una maggioranza conservatrice di 6-3, ha già mostrato ostilità al diritto di aborto, ribaltando la storica sentenza Roe v. Wade lo scorso anno. Ma ad aprile, in una fase precedente del contenzioso, la corte ha bloccato la sentenza di un giudice che avrebbe completamente invalidato l’approvazione del farmaco da parte della FDA. La disputa sulla pillola abortiva non tocca direttamente alcun diritto all’aborto, concentrandosi invece su diverse questioni legali relative al processo di approvazione dei farmaci da parte della FDA. Tuttavia, il caso solleva interrogativi sulla promessa della corte, dello scorso anno, di lasciare la politica sull’aborto agli stati e al governo federale.

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