Il 2024 potrebbe davvero diventare l’anno dei record per quanto riguarda i mercati finanziari?
Gli indici delle borse mondiali hanno segnato nuovi massimi con il passato “rally di Natale 2023” e probabilmente proveranno ad allungare nelle prime settimane del nuovo anno. Tutti i principali indici della borsa americana hanno già fatto registrare nuovi record, tranne per adesso lo S&P500, che si è fermato ad una manciata di punti dal suo massimo storico.
Le 7 principali aziende quotate negli USA valgono oggi quanto il valore totale delle borse di Canada, Giappone e Regno Unito e da sole, rappresentano oltre il 30% della borsa USA.
La domanda da porsi è : quanto potrà ancora durare questa euforia, questa insaziabile avidità che permea il mercato globale e chi vi opera?
A questo punto dovremmo ricordare che TUTTA la moneta che ha permesso il raggiungimento di quotazioni senza precedenti dei titoli finanziari è DEBITO, ovvero nasce come prestito da parte del sistema bancario ed è gravato da interessi.
Ad esempio, il debito pubblico degli Stati Uniti ha raggiunto i 34.000 miliardi di dollari, ovvero è maggiore del PIL di Cina, Giappone, India, UK e Germania messe insieme. Ogni giorno, la spesa per interessi sul debito USA è di oltre 2 miliardi di dollari.
L’accumulo di debito, pubblico e privato, produce bolle speculative che prima o poi scoppieranno, come è accaduto nel 2007/2008 con la crisi dei mutui sub-prime e come potrebbe di nuovo accadere ed i segnali che si intravedono sono proprio in questa direzione.
Ad oggi, l’85% degli americani ritiene che non sia profittevole investire nel mattone, vuoi per i prezzi esorbitanti, sia per i costi dei nuovi mutui in termini di tassi d’interesse. La domanda di mutui negli Stati Uniti è scesa del 9,4% la scorsa settimana, anche se i tassi ipotecari sono scesi al 6,8%.
Anche sul fronte della possibile riduzione dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali, gli ultimi dati indicano un eccesso di ottimismo da parte degli operatori, che già potrebbe aver prodotto i suoi risultati in termini di crescita degli asset finanziari.
Insomma. Il quadro è complesso, per nulla definito e l’ipotesi che qualcosa possa andare diversamente da quanto si aspettano gli addetti ai lavori, ovvero un taglio dei tassi della FED già nel mese di Gennaio 2024, potrebbe andare deluso.
Come potrebbero reagire i mercati a questo nuovo scenario?
Buon anno ed un grande abbraccio a tutti!!
Grazie Stefano, il debito americano è finanziato in modo più o meno diretto anche dalla Cina? Se così fosse la situazione sarebbe molto più critica, in quanto si potrebbe pensare ad uno scacco politico mondiale altrimenti l’indebitamento continuerà fino a che un solo istituto o un cartello di istituti diventerà il proprietario di tutto. Ivano
Ciao Ivano, è vero che in passato il debito Usa è stato comprato dalla Cina, ma oggi le cose sono un pò diverse. Anche gli USA infatti si stanno “giapponesizzando”. ovvero ricomprano essi stessi il proprio debito; oggi sono al 40%.La verità è che ciascun paese se emette debito nella moneta che controlla, può crearne all’infinito, ovvero potrà sempre garantirne la solvibilità. Il Giappone è al 263% del rapporto Debito /PIL e nessuno crede che questo sia un problema per la tenuta e la stabilità del paese. Il problema nasce se uno Stato, ad esempio come l’Argentina, emette titoli in dollari Usa oppure, come mezza Africa che è indebitata anch’essa in dollari USA, ovvero in una moneta che NON può creare. Un abbraccio, Stefano
Ciao Francesco, quindi se ho capito bene l’America con il debito in dollari non ha problemi perchè ha una debito appetibile e può ricomprarselo; un paese africano rimane in scacco perchè per creare un debito appetibile deve farlo in dollari e quindi sarà sempre costretto a rincorrere, mentre noi italiani abbiamo un Euro forte potremmo creare un debito appetibile, ma i parametri imposti a livello comunitario ce lo vietano. Grazie Ivano
Ciao Ivano, purtroppo in Africa entrano FMI, Banca Mondiale e fondi speculativi oltre alle multinazionali che indebitano in dollari gli stati, che poi non sono in grado, attraverso il canale delle esportazioni di recuperare quei dollari ed in aggiunta, per motivi commerciali, sono quasi obbligati ad emettere titoli di stato in dollari. Ma la realtà è che se volessero davvero, ciascuno stato africano potrebbe finanziarsi attraverso la propria moneta, quella che può creare senza fare debito ed evitare così di infilare la testa nel cappio delle finanza globale. Ma questa è più una questione politico-clientelare che tecnica- economica…Un abbraccio, Stefano
Grazie Stefano per queste lezioni di economia mondiale
Scusa Ivano, ho dimenticato di allegare link in cui si parla del debito USA.
https://www.thebalancemoney.com/who-owns-the-u-s-national-debt-3306124#toc-the-bottom-line
Il sistema finanziario attuale poggia sul debito e gonfia ciclicamente bolle speculative che poi sistematicamente esplodono, generando trasferimenti colossali di ricchezza e concentrando la stessa nella mani di un numero sempre più ristretto di persone.
E’ un gioco al massacro in cui magari ciascuno di noi , inconsciamente, pensa di poter in qualche modo trarre profitto, ma in realtà, è semplicemente un grande, colossale inganno. E’ sempre l’avidità, la brama di potere, il motore di tutto.
Purtroppo si è posta la finanza al centro delle nostre esistenze, è diventata quasi una religione cui tutti, popoli e politici debbono obbedienza. Speriamo che il 2024 ci regali una maggior consapevolezza e spirito di condivisione.
Possiamo anche levare il “quasi”. La finanza, ovvero il denaro, è diventato il totem, il dio al quale sacrificare tutto.
Grazie a te Stefano potremo incrementare la consapevolezza nostra ed essere quindi in grado di destare quella degli esterni alla Casa della Civiltà.
Colpisce nell’acuta analisi di Stefano Di Francesco la profonda discrepanza tra la finanza quotata in Borsa e la finanza che esprime l’economia reale.
Gli Stati Uniti sono ricchissimi sul piano borsistico, ma sono messi malissimo sul piano del debito pubblico, addirittura pari al Prodotto interno lordo di Cina, India, Giappone, Germania e Regno Unito messi insieme. Pensiamo al fatto che gli Stati Uniti pagano in un solo giorno interessi sul debito pubblico, una cifra di poco inferiore all’ammontare complessivo del debito pubblico dell’Italia in un anno.
In questo contesto sconvolge il fatto che, per un verso, sul piano strettamente borsistico il 2024 potrebbe far registrare dei nuovi livelli eccezionali di crescita delle quotazioni, mentre sul piano della finanza correlata con l’economia si intravede il rischio di un nuovo tracrollo epocale come quello del 2007-2008.
Questo andamento schizofrenico della finanza ci impone di liberarci da questo sistema finanziario di natura speculativa e di rimettere al centro l’economia reale, riesumando una moneta che sostanzi il valore dei beni e dei servizi che si dispongono concretamente.
Grazie Stefano per la tua indubbia capacità di farci conoscere in modo semplice una materia complessa, resa ancor più inestricabile dallo strapotere della grande finanza virtuale speculativa che governa il Mondo.
Magdi Cristiano Allam
Grazie Magdi per aver aggiunto questo tuo commento che consente di precisare ulteriormente ciò che ha detto il grande Stefano in merito alle prospettive in campo finanziario per questo nuovo anno. Il punto focale rimane quello, ed è ancora più impellente l’urgenza: dobbiamo spingere in tutti i modi affinché la discrepanza tra ricchezza virtuale e povertà reale deflagri definitivamente. Auguriamoci davvero che un evento esterno accada finalmente affinché questo perverso sistema cada davvero.