Prima di affrontare l’argomento sottolineo un dato di fatto che è già evidente, sotto gli occhi di tutti. La grande spaccatura nella Chiesa e nei fedeli di tutto il mondo.
Nella Chiesa oggi imperversano divisioni e caos. La vicenda pandemica ha ulteriormente ingenerato profonde scissioni, di dubbia possibilità di risanamento. Questo è un fatto incontestabile, di cui tenere conto. Premetto, che, sullla omosessualità, l’equivoco è insorto con il pontificato di Papa Francesco, il quale si è profuso da subito in una maleinterpretata predicazione di fratellanza generalizzata, dove non si valorizza sufficientemente il concetto di misericordia cristiana legata al ravvedimento, al pentimento e sopratutto alla conversione. Papa Bergoglio, come è noto, ha ospitato, accolto e abbracciato, in varie occasioni, persone transessuali, che hanno dichiarato apertamente di praticare la prostituzione, tacendo del tutto sul loro eventuale ravvedimento.
Ciò crea confusione, disorientamento e ambiguità nel popolo dei fedeli della Chiesa Cattolica, che, più o meno ingenuamente, si fanno dirigere dalle indicazioni pontificie.
Emblematica fu, a questo proposito, la nota dichiarazione che fece Bergoglio, nel documentario “Francesco”, presentato il 21 ottobre 2020, al Festival del Cinema di Roma, cui venne attribuito il titolo:
“Gli omosessuali hanno diritto a una famiglia”.
Si trattò di una telefonata del Papa a una coppia di omosessuali, con tre figli piccoli a carico, in seguito ad una loro lettera in cui gli comunicavano il loro grande imbarazzo nel portare i loro bambini in parrocchia. Così la risposta del Papa nel documentario:
«Ho letto la tua lettera è una bellissima lettera. Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo».
Queste furono le immediate conseguenze.
«Il sostegno del pontefice alla legge sulle unioni civili, per come raccontato nel documentario presentato alla Festa del cinema di Roma, è senza dubbio una gradita sorpresa», affermò Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.
«Le parole di Papa Francesco sulle unioni civili sono importanti e positive» – commentò Alessandro Zan, deputato Pd e relatore del contestato ddl che portava il suo nome – «perché riconoscono il diritto delle persone lgbt+ alla vita familiare, dando dignità a ogni genere di amore e progetto di vita».
E’ molto evidente, dunque, la matrice dell’equivoco, prima teologica e poi giuridica, su un tema fondante del Catechismo della Chiesa Cattolica, che riguarda appunto la Famiglia.
Questa delicatissima diatriba, deve essere affrontata, partendo da alcune premesse teologiche di fondo, che devo dare per incontestabili, in quanto credo che la Sacra Scrittura non consenta dubbi interpretativi in merito.
1) Tutti siamo figli di Dio, tutti devono essere oggetto di amore e di rispetto, nessuna creatura può essere emarginata, rifiutata o discriminata. Il Cristianesimo è amore puro, incondizionato.
2) In base al Catechismo della Chiesa Cattolica non sono ammessi, in nessun modo, gli atti omosessuali. Secondo la dottrina cattolica, dunque, non gli omosessuali, ma gli atti omosessuali sono condannati, in modo categorico.
3) La Chiesa celebra nel sacramento del Matrimonio il disegno divino dell’unione amorosa e donatrice di vita dell’uomo e della donna. Avere istituito la «unione matrimoniale» porta alla realizzazione di due scopi congiunti: la felicità di un uomo e una donna uniti nell’amore coniugale e la felicità di una nuova vita che nasce da questa unione. Il sacramento del Matrimonio non può che essere diretto soltanto alla unione di un uomo e di una donna, destinata alla creazione della vita.
4) Dunque, la Famiglia, secondo la Dottrina della Chiesa Cattolica, è esclusivamente quella composta da un uomo, una donna ed eventualmente i loro figli.
Se siamo d’accordo su questo, mi permetto di analizzare, solo su un piano strettamente giuridico, le parole del Papa, punto, per punto.
1) Le persone omosessuali hanno il diritto di essere (stare) in una famiglia.
2) Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo.
3) Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili.
4) In questo modo sono coperti legalmente.
5) Mi sono battuto per questo.
1) Le persone omosessuali hanno il diritto di essere (stare) in una famiglia.
Secondo l’insegnamento della Chiesa la famiglia a cui ci si riferisce deve essere senz’altro quella di origine, quella nella quale le persone omosessuali sono presenti in qualità di figli. In tale ottica, questa precisazione appare pleonastica, in quanto non mi pare che si assista ad un vasto fenomeno mondiale di genitori che scacciano dalla famiglia i figli omosessuali, tale da necessitare una espressa raccomandazione del Santo Padre. Sarebbe come esortare i genitori a non buttar fuori di casa il figlio tossicodipendente o il figlio che si è reso colpevole di reati o quant’altro.
2) Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo.
Nulla quaestio sul primo punto. Sono figli di Dio. Ma ribadire il «diritto ad una famiglia», adesso espresso con una forma più generica, apre la porta all’interpretazione. A quale famiglia si riferiva qui il Papa? Sempre alla famiglia di origine o ad una propria famiglia? Da quale di questi due diversi tipi di famiglia le persone omosessuali non devono essere estromesse? La mancanza di quali di questi due tipi di famiglia non deve renderle infelici? L’espressione lascia un margine troppo ampio di ambiguità.
3)Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili.
Con questa dichiarazione il Pontefice chiariva, finalmente, a quale tipo di famiglia si fosse riferito nelle frasi precedenti. Per non estromettere, ne’ rendere infelici le persone omosessuali occorre creare una legge sulle unioni civili. Ovvero, occorre permettere che persone dello stesso sesso possano unirsi legalmente.
Ovvero, occorre permettere di avere una loro propria famiglia. Orbene, la legalizzazione della convivenza fra omosessuali reca in sé la piena legittimazione degli atti e della pratica omosessuale. Va da se’ che il mero sentimento di affetto omosessuale, non avrebbe, infatti, bisogno di rivendicare il diritto alla convivenza. Ma non solo.
A mio avviso, questa formula è palesemente errata, senza ambiguità, stavolta. Il Successore di Pietro si prefiggeva di creare una legge, ovvero si proponeva di legiferare! Il Papa, dunque, non ha esitato ad attribuirsi il compito che spetta a Cesare, ovvero allo Stato, quello di fare le leggi.
La dichiarazione è stata abnorme sotto ogni aspetto, aldilà della non lieve dimenticanza che il proprio principale ruolo dovrebbe essere quello spirituale.
4) In questo modo sono coperti legalmente.
Per addentrarsi addirittura nell’ambito del potere legislativo, il Vescovo di Roma avrebbe dovuto avere una minima competenza giuridica e legale, che, invece, ha dimostrato di non avere.
E’ evidente che Papa Francesco non sa bene cosa significhi una «copertura legale», non sa se, come ed in quale misura ce ne sia realmente bisogno, non sa cosa sia «una legge sulle unioni civili», non sa cosa siano tecnicamente le «unioni civili» e quale sia la differenza con l’ «istituto del Matrimonio». Ebbene, tutti coloro che, insieme al Papa, hanno creduto che le Unioni Civili siano solo una non ben precisata copertura legale per gli omosessuali, sappiano che LA LEGGE CIRINNA’, che le ha istituite in Italia, EQUIPARA, IN OGNI ASPETTO, LE UNIONI CIVILI AL MATRIMONIO, in materia di diritti e doveri, in materia successoria, nonché per le procedure di separazione e di divorzio. E’ persino estesa alle Unioni Civili la possibilità di adozione del figlio del partner.
Ciò con una sola variazione, rispetto all’istituto del Matrimonio: Nelle Unioni Civili è stato eliminato l’obbligo di fedeltà… Veniamo a questa bizzarra esigenza di copertura legale.
Le persone omosessuali non hanno alcun bisogno di una specifica “copertura” legale loro dedicata, per il semplice motivo che loro, così come ogni altro cittadino, sono già tutelati dall’ordinamento giuridico. Non esistono leggi apposite per le persone che hanno gli occhi azzurri, né per le persone timide, né per le persone vegetariane. Analogamente, è ingiustificabile una legislazione in base alla preferenza sessuale delle persone.
Gli omosessuali, in quanto cittadini, godono di tutti i diritti, in assoluto, nessuno escluso. In quanto figli, hanno tutti i diritti ereditari e successori di legge. Persino la tutela del partner affettivo è pienamente possibile, nell’ordinamento, senza alcun bisogno di Unioni Civili. È possibile fare qualsiasi delega, qualsiasi donazione al partner, stipulare, in suo favore, qualsiasi polizza assicurativa, cointestare conti correnti e persino riservargli disposizioni testamentarie, perché, in mancanza di coniuge e di figli legittimi, la persona omosessuale può disporre liberamente del proprio patrimonio, senza alcuna lesione di “legittima” (esclusi gli ascendenti, naturalmente).
Come si vede, già nel Diritto Privato non vi è mai stata alcuna necessità di una tutela specifica per le persone con diversi orientamenti sessuali, perché oggettivamente non vi è nessuna lacuna normativa.
Piuttosto, nell’enfasi difensiva degli omosessuali, si è taciuta la pericolosità della apertura giurisprudenziale alla adozione di minori, da parte di omosessuali, con le gravissime implicazioni che conosciamo sulla maternità surrogata.
Dire che gli omosessuali hanno diritto ad una famiglia, fa sorgere la aspettativa anche al diritto alla filiazione.
5) Mi sono battuto per questo
Infine, il Papa ha svelato pienamente la sua vocazione politica ed ideologica, assimilando il perseguimento dei diritti degli omosessuali, da parte sua, ad una vera “battaglia”. Papa Francesco, dunque, ci ha comunicato di essersi battuto per i diritti delle persone omosessuali, ma non ha detto una sola parola sul destino di quei tre bambini “a carico” della coppia omosessuale, che gli ha scritto della propria difficoltà a portarli a catechismo … quei tre bambini chi li ha ascoltati? Nessuno, nemmeno il Papa.
Come si vede, nel mondo odierno le insidie, le trappole e l’inganno si nascondo ovunque. Sopratutto a danno della Famiglia. E’ vietato abbassare la guardia.
Stefania Celenza
(6 novembre 2022)
“Mario” è mio amico da quarant’anni. Trent’anni fa, quando era sposato, senza figli, eravamo due coppie che condividevano le pizze del sabato sera ed il cinema della domenica pomeriggio. Carattere scontroso, puntiglioso, quasi antipatico. Dopo quasi dieci anni di matrimonio mi confida i suoi desideri nascosti. Velatamente, timoroso che un qualche pregiudizio, da parte mia, potesse avvelenare il nostro rapporto amicale. Non ebbi alcun dubbio nel consigliargli di vivere i suoi desideri con naturalezza, di confidarsi, come poi fece, con la moglie. Oggi “Mario” vive felicemente la sua omosessualità, ha un carattere solare, aperto al dialogo, simpaticissimo. Ed è padre di un meraviglioso bambino, cresciuto, grazie al suo amore ed al suo esempio, con sani ed inequivocabili valori. “Mario” ha battezzato il suo bambino, nel sacramento che risponde alla Chiesa di San Pietro, all’interno delle cui mura l’omosessualità è oggetto di riflessione oltre che di scandalo. Una riflessione che per primo venne timidamente formulata da un grande Papa, quel Giovanni Battista Montini la cui amletica tendenza all’indecisione non bastò a placare il sospetto di omosessualità che aleggiava sulla sua persona. Il ruolo precostituito della genitorialità troppo spesso ci mette di fronte a tragedie nelle quali madri, o sedicenti tali, abbracciano le proprie figlie all’uscita dell’asilo prima di ucciderle o di altrettante madri che preferiscono lasciar soli in casa i propri figli e farli morire di stenti solo per soddisfare i loro bisogni sessuali. Salviamo i nostri figli da questo virus omicida. Prima di tutto.
Purtroppo, però, il danno in seno alla Chiesa cattolica e a tutto il mondo cattolico è stato già fatto. Mi auguro fortemente che questo danno non sia ormai irreversibile.
Molto interessante la tua disamina, Stefania. Prendendo le mosse dal dubbio, il tuo raggionamento non lascia adito a perplessità. Confondere la legge di Dio con la legge di Cesare è un paradosso e determina un atteggiamento suicidario della Chiesa cattolica. Ho sempre avuto l’impressione che la formazione culturale di Bergoglio non fosse affatto all’altezza della responsabilità enorme che il suo ruolo gli affida.
Mi scuso per l’errore dattilografico: ragionamento*
Ho letto con molto interesse la tua riflessione.
Non condivido la parte nella quali sostieni che Bergoglio, quando parla delle leggi sulle unioni civili non sa quello che dice.
Io credo che ne sia perfettamente cosciente.
L’omosessualità, in quanto atto contro natura, rientra, a pieno titolo a mio parere, tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Egli lo sa.
Jorge Mario Bergoglio sta deliberatamente e sistematicamente picconando la dottrina cattolica e distruggendo la Chiesa.
Mi chiedo perché un Papa dovrebbe fare questo. Da tempo seguivo Andrea Cionci e le sue indagini sulla “Magna questio” delle dimissioni di Ratzinger.
Leggendo il libro dal titolo “Codice Ratzinger”, che approfondisce in modo organico le indagini di Cionci, ho compreso la ragione delle decisioni di questo vescovo. Semplicemente perché non è il papa e, quindi, non è assistito dallo Spirito Santo.
Sto ancora cercando di capire se Bergoglio davvero è anche massone, come sostiene Cionci, che peraltro ha ben documentato tutto quanto ha scritto. In questo caso sarebbe chiaro che Bergoglio è un acerrimo nemico della Chiesa.
È un argomento che merita maggiori approfondimenti.
Io però ho deciso da che parte stare. E non è con Bergoglio