Buongiorno cari amici. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Ieri sera, nell’ambito del percorso di Formazione culturale in seno alla nostra piccola Comunità «Casa della Civiltà», ho tenuto una conferenza su «Viva Israele. Il dovere di sostenere lo Stato ebraico».
Nel ripercorrere le tappe della mia conversione da acerrimo nemico di Israele, del sionismo e degli ebrei, associati acriticamente al colonialismo e all’imperialismo, a strenuo sostenitore dello Stato del popolo ebraico, dopo aver maturato la consapevolezza che «la sacralità della vita o vale per tutti o non vale per nessuno», ho riproposto la tesi pubblicata nel mio saggio “Viva Israele” del 2007, che Israele è il simbolo della vita, è il discrimine tra l’ideologia della morte e la cultura della vita, è il parametro etico che distingue tra la barbarie e la civiltà.
Grazie agli interventi dei partecipanti, a cominciare dall’amico Elio Cabib, si è evidenziata la realtà di Israele come simbolo della libertà, attestata dall’affrancamento dalla schiavitù in Egitto guidati da Mosè, e simbolo del miracolo, attestato dalla nascita dello Stato di Israele dopo duemila anni di esodo e dispersione del suo popolo nel Mondo.
E se consideriamo che la nascita dello Stato di Israele avvenne subito dopo la Shoah, lo sterminio di circa 6 milioni di ebrei con l’esplicita volontà di sterminarli e di cancellare la loro presenza in Europa, ebbene noi tocchiamo con mano la dimensione di un miracolo contingente in seno a un miracolo assoluto, il miracolo reso possibile dall’opera degli ebrei in seno al miracolo promesso dal Signore.
Magdi Cristiano Allam
Martedì 7 marzo 2023