Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Nella videoconferenza di ieri sera su “La fine del mito della democrazia”, come spesso accade all’inizio del dibattito, ad alzare la mano per intervenire erano in pochi, sempre gli stessi, mentre la maggioranza si è astenuta. Anche se, e si verifica non di rado, a cinque minuti dalla fine, si iscrivono a parlare in dieci.
Ho così deciso di prendere io l’iniziativa di chiedere a tutti di intervenire. Molti, hanno esordito «per la verità non ho nulla di nuovo da dire rispetto a quanto è già stato detto». Eppure, subito dopo, tutti hanno espresso delle opinioni nuove, interessanti, pertinenti, arricchenti il confronto.
I più imprevedibili sono quelli che, sollecitati a parlare, rispondono «avrei preferito non intervenire, non saprei cosa dire». Ebbene, una volta che iniziano, diventa un problema fermarli. Nel turbinio delle idee che hanno in testa, fanno fatica a concludere nei due o tre minuti concessi, per consentire a tutti di parlare. Come sempre, nell’articolazione di un discorso, la difficoltà maggiore non è come iniziare ma come finire, perché non si ha una “scaletta” sulla successione delle idee.
Alla fine oltre la metà dei partecipanti hanno dato il loro contributo all’approfondimento del tema proposto. La scadenza del tempo a disposizione non ha consentito agli altri di intervenire. Ma è indubbio che tutti avrebbero aggiunto un tassello al confronto costruttivo.
L’insegnamento che traiamo è che dobbiamo vincere la ritrosia o la paura di parlare, di esternare le nostre idee, che nel percorso della formazione culturale da noi individuato come il fulcro della missione di rinascita, salvezza e riscatto, si traduce nell’essere autenticamente noi stessi.
Il fulcro della dittatura è il bavaglio imposto alla libertà d’espressione. Spesso la dittatura non deve fare grandi sforzi per imporsi, perché questo bavaglio ce lo siamo precedentemente auto-imposti. L’abbiamo recentemente constatato con lo straordinario successo della dittatura sanitaria. Circa il 90% degli italiani si è facilmente assoggettato al pensiero unico dominante e si è favorevolmente prestato a fare da cavia alla prima guerra biologica mondiale finalizzata a alterare il nostro sistema immunitario.
Siete tutti invitati a esternare il vostro pensiero. Liberiamo il nostro pensiero dalla gabbia della paura. Spicchiamo il volo dotando il pensiero delle ali della libertà. Oggi più che mai è l’azione in assoluto più importante. Perché è il primo passo per realizzare i nostri sogni. Solo acquisendo la certezza, attraverso l’esternazione del pensiero, il confronto, la convergenza e la condivisione di ciò che pensiamo, che corrisponde a ciò che siamo, potremo in un secondo tempo costruire concretamente una civiltà qualitativamente migliore.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”
Martedì 2 maggio 2023