Cari amici buongiorno e buon inizio di settimana. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Ciò che può interessarci come italiani delle elezioni legislative e presidenziali svoltesi in Turchia, è l’affermazione di una istanza politica trasversale ostile alla presenza degli immigrati siriani al punto che, essendo stata rilevante nella rielezione del Presidente Recep Tayyip Erdogan, possiamo sostenere che ha vinto la Turchia anti-immigrati.
Erdogan, che è al potere da 20 anni, un mandato da Capo del Governo e tre mandati da Presidente della Repubblica, ha vinto solo al ballottaggio con il 52.14% delle preferenze. Il suo rivale Kemal Kilicdaroglu, capo del Partito Popolare Repubblicano con una coalizione di sei partiti, ha ottenuto il 47.86%.
La Turchia ospita 4 milioni di profughi siriani fuggiti dalla Siria dopo l’esplosione della guerra intestina nel 2011, che ha visto le forze del Presidente Bashar Al Assad scontrarsi con la milizia dei Fratelli Musulmani e formazioni terroristiche islamiche tra cui l’Isis, tutti sostenuti dalla Turchia di Erdogan.
Erdogan ha vinto al secondo turno dopo essersi alleato con Sinan Ogan, leader della destra nazionalista che ha centrato la sua campagna elettorale sull’espulsione in massa dei profughi siriani, ottenendo il 5,17% dei consensi e classificandosi terzo partito al primo turno.
Erdogan in campagna elettorale ha promesso che un milione di profughi siriani torneranno «volontariamente» in patria. Ma il Presidente siriano Assad esige che prima Erdogan ritiri l’esercito turco che ha occupato il territorio siriano nell’area popolata dai curdi.
Anche Kilicdaroglu ha focalizzato la campagna elettorale per il ballottaggio sull’allontanamento dei profughi siriani, stipulando un’alleanza con il partito di estrema destra Zafer (Vittoria), guidato da Umit Ozdag, contrario agli immigrati siriani. L’intesa tra Kilicdaroglu e Ozdag è stata sigillata da un protocollo in 7 punti, in cui spicca l’impegno a rimpatriare i 4 milioni di profughi siriani in un anno.
Ozdag aveva detto che, in caso di vittoria di Kilicdaroglu, lui avrebbe assunto la carica di ministro dell’Interno. Nelle principali città della Turchia erano stati affissi grandi striscioni con la scritta “I siriani andranno via”.
Kilicdaroglu ha registrato un video in cui accusa Erdogan di non aver saputo difendere i confini, di aver svenduto cittadinanza e diritto di voto (in Turchia votano 140 mila siriani), di aver portato nel Paese 10 milioni di profughi e prospettato l’arrivo di altri 10 milioni in caso di riconferma alla Presidenza.
Questa realtà che ha visto Erdogan e il suo rivale Kilicdaroglu convergere sull’allontanamento dei profughi siriani, al punto da trasformarlo nel principale tema elettorale per la cattura del voto dei partiti di estrema destra, deve mettere in allerta l’Italia in particolare, e l’Europa in generale, per la probabilità di un esodo massiccio dei profughi siriani dalla Turchia verso l’Europa, attraverso la rotta terrestre balcanica o a bordo delle imbarcazioni nel Mediterraneo.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”
Lunedì 29 maggio 2023
Erdogan è un islamista vicino ai fratelli musulmani, sostenitore dell’IHH coinvolto nell’episodio della flottiglia 2010, in seguito al quale i rapporti tra la Turchia e Israele si guastarono temporaneamente in modo preoccupante. Fu Erdogan a proclamare rivolto all’Europa: vi conquisteremo con le pance delle nostre donne. Il rivale però è un atlantista sostenuto dagli USA e, chissà, azzardo…, dal deep state americano e globalista in funzione destabilizzante del paese e antirussa con l’obiettivo di tenere lontana la Turchia dalla nascente alleanza monetaria alternativa al dollaro. Questo mi pone un dilemma: quale dei due è meglio? Istintivamente adesso, vista la situazione geopolitica, preferirei Erdogan, ma mi meraviglio di me stesso, fino a poco tempo fa non l’avrei mai detto.