STEFANIA CELENZA: “La sessualizzazione postmoderna”

La estrema sessualizzazione della società, sopratutto di quella giovanile e addirittura
infantile, viene condotta ad arte, da anni, ormai.
L’aiuto dei media e dei social è stato fondamentale. Questo è chiaro.
Diversi studi dimostrano che i media si collocano tra i primi tre mezzi di informazione, riguardo la sessualità nei giovani, dopo i coetanei e la scuola.
In cosa consiste esattamente questa sessualizzazione, anzi questa
ipersessualizzazione?
Siamo in presenza di sessualizzazione quando:
1) il valore di una persona deriva soltanto dal suo comportamento sessuale, ad
esclusione di altre caratteristiche;
2) lo standard di riferimento equipara l’attrazione fisica con l’essere sexy;
3) la persona viene sessualmente oggettificata, ovvero diventa un oggetto finalizzato all’uso sessuale altrui;
4) la sessualità viene letteralmente imposta ad una persona.
Questa sessualizzazione, che come detto viene da molto lontano, inizialmente
riguardava solo le donne, ma con il tempo e sopratutto con l’avvento di nuove
ideologie, si è estesa includendo anche gli uomini e fasce d’età sempre più giovani,
fino ad arrivare ai bambini. Oggi, anche i più piccoli sono intrisi di sessualità adulta,
che viene loro impartita, anche alla scuola materna, sotto forma di modello educativo, come “esplorazione sessuale automotivata o autoerotica”.
Tale sessualizzazione dell’infanzia, che impone temi sessuali adulti ai bambini,
giunge ad essere una grave forma di abuso sui minori. Non mi pare che si stia
gridando allo scandalo, per questo.
Oltre alla scuola, oggi i bambini ed i giovani sono esposti ad una gamma senza
precedenti di contenuti multimediali che rasentano la pornificazione della dimensione sessuale dell’essere umano.
Ma, su questo, voglio soffermarmi un attimo.
Non sfugga il dato naturale e biologico che la sessualità è strutturalmente ed
eziologicamente collegata alla procreazione. Il caos informativo ed ideologico di cui
siamo imbevuti ha lo scopo di cancellare questo dato dalla coscienza collettiva.
Il sesso, l’intimità e l’affettività sono sempre più separati, le persone ridotte ad
oggettificazione sessuale e l’atto procreativo riservato alle biotecnologie.
Tutto questo ha una origine storica ben precisa, ovvero la rivoluzione sessuale che si
sviluppa in Occidente, dagli anni Settanta del XX secolo, fino ad oggi.

Questa rivoluzione cagionò un mutamento radicale dei principi e degli ideali legati,
guarda ancora il caso, al concetto di famiglia.
Fino agli anni Sessanta, i giovani arrivavano al matrimonio avendo alle spalle
modeste e fuggevoli esperienze sessuali, gli uomini avendo fatto se mai esperimenti
prezzolati, mentre per le ragazze imperversava, in modo forte, il valore della
verginità. Dagli anni Sessanta il modello cambia completamente e rapidamente. La
sessualità prematrimoniale diventa la norma. L’età media al primo rapporto si abbassa considerevolmente e le sperimentazioni sessuali avvengono in una fase relativamente lunga che precede il matrimonio. Quali sono gli elementi che determinano questo netto cambiamento? Quali fenomeni sociali sono concomitanti a tali mutamenti?
Torniamo sempre al punto di partenza: il femminismo.
In primo luogo, si introducono e si promuovono le tecniche anticoncezionali.
E’ a partire dagli anni Sessanta che viene commercializzata, su larga scala, la pillola
anticoncezionale.
In questo modo, il nesso tra sessualità e riproduzione che aveva condizionato per
secoli i rapporti sessuali e in particolare la sessualità femminile viene definitivamente
spezzato. Molto più di prima il sesso comincia a essere concepito come una pratica
largamente sganciata dalla finalità riproduttiva. Con la pillola anticoncezionale alle
donne viene fatto credere di diventare le protagoniste assolute della propria
sessualità, liberandole da quello che viene presentato come “l’incubo della
gravidanza non desiderata” e consentendo loro di vivere una sessualità descritta come cosciente e serena. La legalizzazione dell’aborto, come estremo rimedio
postconcezionale, rafforzò il concetto.
Nemmeno la minaccia di una malattia diffusasi negli anni Ottanta, su scala planetaria e trasmessa per contatto sessuale, come l’AIDS, ebbe minimamente condizionato la rivoluzione sessuale, in atto. Il pensiero va inevitabilmente ad un’altra planetaria e recente pandemia, per sconfiggere la quale, eccome se sono stati adottati tutti gli strumenti coattivi possibili, su tutta la popolazione mondiale. Ma andiamo oltre.
La vera e profonda trasformazione intercorsa fu, in realtà, di tipo prima culturale e
poi ideologico e politico, incoraggiata dai nuovi movimenti giovanili che si diffusero
negli anni Sessanta. Il movimento studentesco, quello femminista, la cultura hippy,
New Age e, molto di più, quella veicolata dalla musica rock ebbero come obiettivo
polemico il proibizionismo tradizionalista delle famiglie autoritarie. Uno dei
principali punti di emancipazione dal passato tradizionalista fu, appunto, la possibilità di vivere in modo libero e disinibito la propria sessualità, senza costringerla forzatamente entro le strutture del matrimonio monogamico. Quale risultato?
La realtà attuale descrive una diffusa cultura “pornificata”, legittimata ed accettata ad ogni livello e assolutamente trasversale, fra maschi e femmine di ogni età.
Il fatto essenziale che la sessualità costituisce il sublime veicolo della procreazione è
andato nell’oblio collettivo. L’uomo e la donna sono stati oggettificati in questa
smania, quasi ossessiva, della autosoddisfazione e della autogratificazione.
Fare figli? Che problema c’è? Provvederemo con l’utero artificiale.

Firenze, 16.06.23
Stefania Celenza

2 commenti su “STEFANIA CELENZA: “La sessualizzazione postmoderna”

  1. Oggi siamo tutti bombardati quotidianamente e direi quasi violentati da media che propongono modelli d’iper sessualizzazione sfrenata dei nostri bambini fin dalla scuola elementare e forse anche materna e allo stesso tempo e in maniera diametralmente opposta campagne contro quella che viene definita propaganda Gender LGBTQ + una infinita galassia di persone che vivono lontanissime dai miei principi morali, etici e religiosi a cui appartengo e ai quali sono stato educato e cresciuto e come me tutti quelli della mia generazione.
    Constato che siamo arrivati ad un grado veramente basso di civiltà (o piuttosto di inciviltà ?), di perdita di quei valori educativi che ci hanno aiutato a crescere secondo sani principi morali etc , a crescere come direbbe Magdi con la schiena dritta o come diceva pure un mio vecchio professore: …nella vita o si è uomini o sgabelletti.., ossia diventare uomini eretti, onesti e che ragionano con la propria testa.
    Una ragione o più ragioni di questo degrado ci sono e secondo me vanno ricercate attraverso le numerose leggi che si sono succedute fin dagli anni ‘70 e che hanno cambiato la società in cui viviamo.
    Ne fa accenno Stefania : leggi del XIX sec. a partire dagli anni ’60-70.
    Il primo dicembre 1970,cinquant’anni fa, veniva approvata la Legge sul divorzio in Italia. Un momento topico che cambiò la società e un provvedimento normativo fondamentale, soprattutto, per le donne, che videro finalmente riconosciuto dallo Stato il diritto la possibilità di abbandonare situazioni coniugali di violenza e sopraffazione.
    Con quel primo dicembre si diede il via libera non solo alla “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio», la famosa legge 898, ma si diede il là anche ad una stagione di conquista di diritti e di riforme che pezzo dopo pezzo scardinarono la società italiana degli anni ’70 e che continuano, secondo me, fino ai nostri giorni perseguendo obbiettivi diversi, quasi sempre con fini economici di mercato, ma sempre degradanti, che più affondano e fanno presa nella società odierna, più si allontanano dagli insegnamenti cristiani.
    Ma la legge che più ha portato sconquasso nella sfera sessuale e del rapporto uomo-donna senza dubbio è stato quando dopo lungo pressing da parte di Aied, piccolo Partito radicale e dei movimenti femministi ,l’Italia scopre la pillola. Con la legge del 10 marzo 1971 viene legalizzata la contraccezione .
    Dunque è vero che se fino allora i rapporti sessuali tra uomo e donna in “massima parte” erano finalizzati alla procreazione , con l’uso e abuso della pillola contraccettiva , il movimento femminista urla in piazza che l’organo sessuale è diventato per la donna, “una sua proprietà e come tale sarà solo da lei gestito”.
    Ma il processo verso il fondo morale della Società continua.
    Tra gli anni ’70 ed ’80 , dopo la legge sul divorzio, infatti, arrivò anche la parità dei coniugi all’interno della coppia, finì la discriminazione dei figli nati fuori dal matrimonio, e soprattutto quello che il mondo cristiano non accetterà mai è stato quando passò il referendum sull’aborto .
    Pillola e aborto è il mix micidiale che lentamente ma costantemente ci ha portato alla decrescita di natalità , vera rovina della nostra società e civiltà.
    Ma non è finita perché nel 1975 cade la Patria Potestà.
    La patria potestà lo dice la parola, è la potestà attribuita al padre (e madre) di proteggere , educare ed istruire il figlio minorenne e curarne gli interessi senza però l’utilizzo di mezzi coercitivi improntati alla violenza fisica…e già questo significa che un bel ceffone o altri “attrezzi” usati dai miei genitori diventavano obsoleti e assolutamente sconsigliati per legge…
    Passa il tempo e cambia pure la definizione “patria potestà “ che diventa responsabilità genitoriale (decreto Legislativo 28 dicembre 2013, N. 154)
    E arriviamo ai nostri tempi e alla sessualizzazione dei bambini nella scuola elementare.
    Sarà ultima frontiera? Lo spero , ma non ci credo. Solo a parole la Famiglia è definita prima cellula della Chiesa e quindi della Società. Essa è sparita , frantumata …
    Nella scuola impera il fondamentalismo laico mentre imprese finanziarie multinazionali potenti ed economicamente affaristiche dilagano investendo sui nostri figli e propagando teorie Gender LGBTQ+ , carriere Alias e chissà quante altre diavolerie si inventeranno.
    Mi fa particolarmente piacere apprendere che la cosiddetta maternità surrogata e il ricorso all’utero in affitto sarà da oggi una pratica vietata e severamente punita dalla Legge.
    La Famiglia cerca di rivendicare il diritto che le appartiene ad educare i propri figli. Tante società , per fortuna esistono e vanno aiutate a contrastare la deriva progressista delle multinazionali e dei numerosi paladini delle “nuove” libertà sessuali e di costume.
    Ci riusciremo? Vinceremo? Voglio finire come usa dire Magdi: con l’aiuto del Signore ce la faremo!
    Francesco Violini

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