Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
In Italia è diventata una tradizione, durante il Ramadan, il mese del digiuno islamico, istituire la “Giornata delle moschee aperte”, che coincide con la “Giornata ecumenica del dialogo islamico-cristiano”. Da rilevare che le “moschee aperte” e il “dialogo ecumenico” esclude gli ebrei e l’ebraismo, pur essendo concepito come “religione del Libro”, per il prevalere del pregiudizio islamico nei confronti degli ebrei e di Israele quale Stato del popolo ebraico.
La “Giornata delle moschee aperte” fu concepita dopo gli attentati alle Due Torri Gemelle di New York l’11 settembre 2001, per sostenere e diffondere tra gli italiani la tesi che i terroristi islamici non avrebbero nulla a che fare con l’islam, che l’islam sarebbe una religione di pace e di amore al pari del cristianesimo.
Ebbene questa tesi ha trovato un fertile terreno nel contesto della più assoluta ignoranza di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto. Non solo gli italiani non conoscono nulla dell’islam, ma la maggioranza dei musulmani sanno poco e quel poco è una versione edulcorata dell’islam trasmessa dalle loro famiglie e dalle comunità in cui sono cresciuti.
È ormai prassi consolidata, al pari della Messa di Natale e di Pasqua, che nella “Giornata delle moschee aperte”, si rechino a far visita alla moschea il parroco o il vescovo a secondo dell’importanza del Comune in rappresentanza della Chiesa cattolica; il pastore o un suo vicario in rappresentanza delle Chiese protestanti; il Sindaco e talvolta i Presidenti della Provincia e della Regione in rappresentanza delle Comunità locali; il Prefetto o un suo rappresentante in rappresentanza dello Stato nazionale.
Dopo essere stati accolti “ufficialmente” dall’imam, che nell’ortodossia islamica è un semplice “funzionario” religioso, ma che in Occidente è stato elevato a “autorità” religiosa, i rappresentanti delle Chiese, delle Comunità locali e dello Stato nazionale partecipano al rito della legittimazione dell’islam ascoltando e accondiscendendo i luoghi comuni sciorinati dall’imam sulla clemenza e misericordia di Allah, sulla saggezza e benevolenza di Maometto, sulla supremazia e lungimiranza del Corano, sulla rettitudine ed equità della sharia, la legge islamica. Ad accompagnare gli illustri ospiti ci sono dei giovani musulmani nati o cresciuti in Italia, che conoscono bene l’italiano, capaci di interloquire con affabilità e di riscuotere l’apprezzamento per il loro operato, che si traduce in una tacita approvazione dell’islam.
Poi le illustri autorità si prestano all’ascolto e alla legittimazione del “credo” fondante dell’islam, contemplato nell’azan, l’appello alla preghiera scandito dal muezzin, schierandosi alle sue spalle mentre recita in arabo con l’altoparlante udibile in tutto il circondario: «Allah è il più grande! Testimonio che non vi è altro dio al di fuori di Allah! Testimonio che Maometto è il Messaggero di Allah!».
Infine tutti gli ospiti non musulmani, talvolta centinaia di cittadini che accolgono l’invito esposto nei manifesti affissi per le strade e pubblicati in Rete, si siedono alle tavolate allestite lungo una strada principale, monopolizzando un ampio spazio pubblico e l’attenzione di tutto il quartiere, per condividere l’iftar, il pasto della “rottura del digiuno”, dopo il tramonto del sole. Un folto gruppo di giovani e adulti musulmani fungono da camerieri, prodigandosi e garantendo un servizio efficiente.
Alla fine sono tutti contenti. Il sacerdote o il vescovo si compiacciono di un islam che si manifesta positivamente grazie all’apertura e alla disponibilità al dialogo dei musulmani locali. Il Sindaco, i Presidenti della Provincia e della Regione si compiacciono perché hanno individuato nell’islam una realtà arricchente del tessuto sociale e culturale da loro amministrato. Il Prefetto o il Responsabile dell’ordine pubblico si compiacciono perché hanno avuto la rassicurazione che i musulmani non costituiscono un problema per la sicurezza, anzi possono essere degli alleati dello Stato nel contrasto al terrorismo islamico.
Di fatto questi “musulmani moderati” sono i principali beneficiari del terrorismo islamico. Sia quando si scatena, perché emergono come il riferimento di un islam pacifico e rassicurante, sia quando è dormiente, perché consente loro di procedere più speditamente nella strategia di islamizzazione del territorio.
Sia questi “musulmani moderati” sia i terroristi islamici perseguono l’obiettivo dell’islamizzazione dell’Italia, dell’Europa e del Mondo intero, nell’assoluta convinzione che l’islam sia l’unica vera religione.
Ma mentre i terroristi islamici immaginano di poter conquistare il potere decapitando le teste dei governanti, i “musulmani moderati”, più scaltramente, si radicano nel territorio e ne assumono il controllo attraverso la proliferazione delle moschee e delle scuole coraniche, ambulatori e centri ricreativi, macellerie e alimentari halal, enti assistenziali e finanziari islamici, tribunali sharaitici, centri studi sull’islamofobia e centri di formazione per imam, siti religiosi e di proselitismo; infine partecipando alle elezioni e infiltrandosi nelle istituzioni, costituendo partiti islamici, conquistando il potere grazie alla democrazia e in definitiva soppiantando la democrazia con la sharia, la legge islamica.
Cari amici, dopo essere stato musulmano per 56 anni, so bene che ci sono tanti musulmani perbene e moderati sul piano personale. Il problema non sono i musulmani, ma è l’islam. L’islam è un’ideologia e un sistema di potere fondati sulla discriminazione, l’odio, la violenza e la condanna a morte di tutti coloro che non si sottomettono al loro dio Allah e al loro profeta Maometto.
Il fatto che ci siano tanti musulmani che, in maniera affabile e suadenti, ci presentano e ci convincono della bontà dell’islam, facendolo o per sincera ingenuità o per subdola dissimulazione sancita da Allah e praticata da Maometto, non modifica la realtà assoluta e universale dell’islam. L’islam, Allah, Maometto e il Corano sono gli stessi per tutti i musulmani, siano essi moderati o terroristi. Cambiano le persone ma l’islam è lo stesso. La verità è che sono i terroristi islamici i veri musulmani, perché sono i musulmani che ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto. Viceversa i musulmani moderati occultano e mistificano l’islam, in buona o cattiva fede, per ignoranza o per astuzia, perseguendo l’obiettivo comune di tutti i musulmani, cioè la nostra sottomissione all’islam.
Dobbiamo essere consapevoli che il successo dei musulmani si realizza solo grazie alla nostra fragilità, al vuoto che abbiamo provocato perdendo la certezza della nostra fede, radici, tradizione, valori, identità, regole e leggi.
Ecco perché la nostra missione è di recuperare la certezza e l’orgoglio di chi siamo e di esercitare il diritto e il dovere di essere pienamente noi stessi a casa nostra.
Andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»
Mercoledì 12 aprile 2023