Cari amici buongiorno e buona domenica del Signore. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
In Italia la maggioranza dei giovani vivono da soli, si sposano sempre meno, più frequentemente convivono in coppia. Ciò che li accomuna è l’orientamento a non fare figli. Se li fanno, avviene in età avanzata, al limite dell’età fertile per la donna, dopo i 30 anni, limitandosi a farne uno.
La risposta che i giovani danno è: «Non possiamo permetterci di avere figli». La motivazione addotta è di natura economica.
Qualche ragione ce l’hanno. Molti giovani sono precari, non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, guadagnano, se va bene, tra gli 800 e i 1.300 euro, ciò che scoraggia l’assunzione di responsabilità economiche, tenendo conto che il loro contratto scade annualmente e devono sperare che venga rinnovato.
A fronte dei modesti compensi, il costo della vita aumenta sempre di più. Per riempire il carrello della spesa settimanale al supermercato se ne va un centinaio di euro.
Eppure in passato, in condizioni economiche ancor più precarie, i giovani italiani i figli li facevano. E sono quei giovani, fattisi le ossa nel dopoguerra, ammaestrati dalla tragedia delle stragi e fortificati dalle mille privazioni, ad avere realizzato il “miracolo economico” dell’Italia che, prima di essere stato economico, è stato demografico. L’orrore della guerra e le atrocità che sono seguite, le città devastate, la povertà assoluta, non solo non hanno sopito, ma all’opposto hanno accresciuto la voglia di fare figli.
L’esperienza della Storia insegna che i figli, non solo non sono un problema economico, ma sono la soluzione del problema. Perché è grazie ai nostri figli che scopriamo dentro di noi delle risorse di cui neanche immaginavamo l’esistenza.
Ecco perché l’ostacolo economico alla procreazione è relativo, nel senso che dipende dalla nostra scelta di vita. Se scegliamo di donare la vita ai nostri figli, accettiamo inizialmente di fare dei sacrifici, nella consapevolezza che saranno poi loro a stimolarci a fare sempre di più del nostro meglio. Se, all’opposto, pur di non fare sacrifici, escludiamo di fare i figli, ci adageremo a una condizione di sufficienza che rasenta la mediocrità.
La nostra Storia contemporanea attesta che sono gli Stati più numerosi a vincere e saranno loro a sopraffarci, a sottometterci e a sostituirci.
E poi, tornando all’Italia, mentre gli italiani scelgono di non fare figli, gli immigrati i figli li fanno, e li fanno con i nostri soldi. E saranno proprio i loro figli a prevalere e a determinare il futuro di un’Italia che sarà sempre meno italiana. Scegliere di non fare figli si traduce nella condanna a morte dell’Italia come Patria degli italiani, trasformandola in una terra di tutti e di nessuno, una colonia dei conquistatori più agguerriti e più prolifici.
La lezione della Storia è che per vincere bisogna fare figli. Con più figli, vinciamo tutti. Senza figli, moriamo tutti.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”
Domenica 4 giugno 2023